Il fotografo Frederick Scott Archer
Lo sviluppo del metodo del “collodio umido” di Frederick Scott Archer, cambiò il mondo della fotografia, permettendo di ottenere dei negativi dettagliati.
Fino ad allora, i due processi esistenti, erano la Dagherrotipia e la Calotipia, che presentavano però, delle limitazioni in entrambi.
La Dagherrotipia, anche se regalava delle immagini molto nitide, richiedeva una lunga esposizione, ed era un processo “singolo”, e soprattutto molto costoso.
La Calotipia invece, presentava un’ illimitata possibilità di riproduzione, ma non offriva un livello di nitidezza come quello ottenibile grazie alla riproduzione su carta.
Era necessario perciò, combinare al meglio i due processi. Fecero diversi tentativi per trovare una combinazione che mantenesse i vantaggi ed eliminasse i difetti dell’ altro.
Alcuni sperimentatori utilizzarono l’ “albumen”, ossia albumina in italiano, ( il bianco dell’ uovo ), altri usarono della cera, ma nessuno di questi metodi ebbe un reale successo.
Archer prima di diventare fotografo, svolse diversi lavori (numismatico e scultore), e anche lui provò a sperimentare l’ uso dell’ albumen.
Il collodio in fotografia
Nel Marzo del 1851, il “Chimico” pubblicò un articolo intitolato: “ L’uso del Collodio nella fotografia”.
Tre anni prima Archer si era avvicinato a questa sostanza, che produceva una pellicola trasparente e resistente all’ acqua. E che veniva utilizzata anche per coprire le ferite.
La procedura di Archer era quella di mescolare il collodio con del ioduro di potassio, e immergere poi il tutto in una soluzione di nitrato d’ argento. Sia l’esposizione che lo sviluppo, dovevano essere fatte mentre la lastra era ancora umida.
Questo nuovo processo era davvero importante, non solo per la sua chiarezza ( usando un vetro come base ), ma anche perché riduceva i tempi di esposizione a qualche secondo.
Fox Talbot dichiarò questo, come appare sul “Llewelyn” il 31 Maggio del 1852:
“Preghiamo di accettare il campione incluso, che è stato preso pochi giorni fa in soli 3 secondi da Henneman e dal suo assistente. A volte, il tutto può accadere in un solo secondo”.
Fotografare il movimento
Fino a quel momento non era mai stat possibile registrare eventi transitori come:
- oscillazione dell’ acqua
- fumo
- movimento delle nuvole
Llwelyn, provò a fotografare delle onde, e in realtà ci riuscì. In una recensione su un esibizione nel 1854 a Londra, un entusiasta critico scrisse:
“Mr. Llwelyn… ha mandato quattro immagini istantanee, in una è stata presa la spiaggia, con i carretti e le persone su di essa. Le onde sono catturate con la loro spuma… e la traccia di indecisione che appare in alcune delle figure che camminano, mostra che essi, non sono stati in grado di completare il loro passo prima che la foto venisse terminata. Un’ altra fotografia, rappresenta un battello a vapore su un molo, e l’ istantanea è riuscita a catturare il fumo e il vapore che fluttuavano nell’ aria”.
In brevissimo tempo il processo del Collodio venne rimpiazzato dalla Calotipia.
Insieme a Peter Fry, Archer, escogitò anche il processo dell’ “Ambrotipia”.
A differenza di Fox Talbot, coinvolto in numerosi processi per proteggere il suo brevetto, Scott Archer, non cercò di guadagnare denaro con la sua scoperta.
La guerra legale
Talbot, tentò addirittura di dichiarare che il processo Colloidale, era coperto dal suo brevetto sulla Calotipia; nel Dicembre del 1854, diede inizio ad un’ azione legale contro Martin Laroche, ma perse.
Conseguentemente a ciò, il processo Colloidale divenne accessibile al mondo intero, e proprio per questo motivo Talbot decise di non rinnovare il suo brevetto sulla calotipia, consentendo al processo del collodio, che era tra l’altro il migliore, di divenire libero.
Non avendo brevettato il suo processo per il “collodio umido”, Scott Archer, a differenza di quanto avrebbe potuto, non guadagnò una vera e propria fortuna, e fu in vita solo fino a qualche anno dopo che altri potessero trarre beneficio dalla sua scoperta.
Morì all’ età di 44 anni, in miseria, senza mai ricevere alcun riconoscimento di apprezzamento per una scoperta così importante, che ha dato vita ad un avanzamento senza precedenti nel mondo della fotografia.
Dopo la sua morte, fu creato un fondo a favore della sua vedova e dei suoi figli, e una piccola pensione civile fu ottenuta dai tre ragazzi che probabilmente saranno ormai orfani.
Gli scatti di Frederick Scott Archer
L’ RPS (Royal Photography Society), ha circa trenta fotografie albumen, incluso un album di vedute del Castello di Kenilworth .
Il processo di Archer, fu un notevole passo in avanti, anche se presentava uno svantaggio. Il Collodio si asciugava velocemente e si induriva, e in questo modo la soluzione non poteva penetrare.
Inoltre, durante questi anni, un fotografo era costretto a portare con se la sua “camera oscura” durante i diversi viaggi. Il gradino successivo in questa invenzione lo raggiunse – nel 1871- Richard Maddox.
( ? ? 1813 / 2 maggio 1857 )
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