Benvenuti in questo tutorial che vi spiega in ogni dettaglio che cos’è il bilanciamento del bianco, abbreviato spesso con WB, dall’inglese “white balance”.

bilanciamento del bianco

Il bilanciamento del bianco

Si tratta di un parametro della fotografia che è sostanzialmente nato con il digitale. Non che nell’analogico fosse assente, anzi, ma nel mondo della pellicola veniva gestito diversamente: era semplicemente una questione di scelta tra questo o quello.

Mi spiego meglio.

Nel mondo della fotografia digitale abbiamo il WB che rappresenta un parametro variabile in maniera continua tra due valori, minimo e massimo, con alcuni standard predefiniti (detti appunto “preset”).

Nel mondo analogico esistevano solo due opzioni. Si doveva scegliere tra pellicole per luce

  • naturale
  • artificiale (tungsteno)

Stop.

Poi gli aggiustamenti ulteriori venivano fatti mediante filtri di correzione da applicare davanti alla lente o addirittura sulle lampade. Molto, molto complicato.

Benvenuto digitale

Oggi è tutto molto più facile.

Su LR o Camera RAW – come su ogni altro software di sviluppo dei RAW – abbiamo un cursore che regola la temperatura di colore e uno che regola il tono. Con essi possiamo effettuare qualsiasi correzione del bianco.

Inoltre, su questi software abbiamo degli strumenti, come il contagocce, che permettono di calibrare ancora più facilmente il bianco usando un riferimento certo presente sulla foto. Si chiamano tag e sono costuituti da cartoncini bianchi o grigi.

Che cos’è il bilanciamento del bianco

Ma andiamo ora a vedere di cosa stiamo parlando, ossia cos’è il bilanciamento del bianco.

Si tratta di un termine abusato, o peggio, spesso usato a sproposito e senza cognizione di causa, ma di grande importanza nella fotografia. Per questo è fondamentale capirlo e capirne le basi teoriche. Ovviamente in modo semplice e chiaro.

Vediamo prima, come premessa, una nota sulla luce. Ovviamente userò un linguaggio didattico e semplice, quindi non me ne vogliano fisici e ottici :)

La luce solare, come ci spiegò Newton, appare bianca ma è composta in realtà da dosi uguali di luci colorate. Lo scienziato fece infatti passare un raggio di luce solare attraverso un prisma ed esso si scompose in vari colori; quelli dell’arcobaleno, per capirsi.

Che cos'è il bilanciamento del bianco

Esperimento: indirizzando sullo stesso punto raggi luminosi di tutti quei colori, di uguale larghezza e potenza, otterremo un punto di luce bianca.

Ma se uno di questi raggi fosse più potente degli altri, che accade?

Semplicemente, quel punto di luce bianca assume il colore del raggio “più potente”.

Questo colore si chiama “dominante” o dominanza. Termine che si usa quando in un raggio luminoso uno dei colori “domina” rispetto agli altri.

Se i raggi di colore più forti degli altri sono due o più di due, allora avremo una “dominante composita”, formata dalla somma delle luci dominanti; e quindi con un colore intermedio.

Lo stesso avviene se uno dei colori è di potenza minore degli altri. Ma in questo caso la dominanza non avrà il suo colore ma quello dei rimanenti sommati tra loro.

Questo spiega in due parole come mai abbiamo l’esigenza di “bilanciare il bianco”.

Il WB serve solo a eliminare le dominanti per tornare a un raggio di luce del tutto bianco, ossia dove tutti i colori sono presenti nella stessa quantità.

Più facile di così :)

Colori primari e secondari

In realtà non è proprio così facile e vi spiego il motivo. Ma non cambia la sostanza delle cose.

Lo spettro dei colori della luce in realtà è composto da 3 colori detti “primari

  • rosso
  • verde
  • blu

Che in inglese si dicono Red, Green e Blue, da cui nasce il celebre RGB :)

Dall’unione (in “dosi” uguali, ovviamente) di ciascuna delle coppie che possono formare da rosso, verde e blu si ottengono altri 3 colori di base, ma detti “secondari”.

  • rosso+blu = viola
  • blu+giallo = verde
  • giallo + rosso = arancio

Semplificando molto – con buona pace di fisici e ottici – possiamo dire che quando i tre colori primari sono presenti in dosi uguali, il fascio di luce che otteniamo è bianco puro.

bilanciamento del bianco

Se uno dei tre colori primari è invece più forte, allora la luce risultante avrà una dominante di quel colore.

Se invece è più debole degli altri due, avrà comunque una dominante ma sarà del colore di quei due sommati, ossia del colore secondario che essi producono.

Ma questo è solo per farvi capire la teoria che è alla base del bilanciamento del bianco.

Soprattutto per spiegarvi il concetto di dominante (colorata).

Lo scopo del bilanciamento del bianco è quello di eliminare le dominanti, aggiungendo adeguati colore per neutralizzarle, in modo che la luce sia perfettamente bianca.

E solo una luce perfettamente bianca permette di vedere ciò che è stato fotografato in modo veritiero, ossia con i colori reali.

Dominante di colore nella luce

Quando siamo in discoteca e vediamo i fari colorati, quelle sono luci bianche con un foglio di plastica trasparente colorata davanti, che viene detto tecnicamente “gelatina”.

Esso aggiunge una dominante del suo colore alla luce: gelatina rossa crea luce rossa, e così via.

Quella che essi producono è una “luce bianca con dominante colorata”. Concetto fondamentale per spiegare che cos’è il bilanciamento del bianco.

Ma non tutte le luci colorate sono “bianca con dominante”.

I fari gialli delle strade, ad esempio, non sono lampade bianche con una gelatina gialla. Ma sono lampade monocromatiche, e quindi emettono solo un tipo di luce con un colore ben definito. Lo stesso per laser, luci UV o led colorati.

Qui non siamo in presenza di dominanti.

Questo è un concetto fondamentale. Anzi.

Dominanti

È il concetto fondamentale per capire cos’è il bilanciamento del bianco in fotografia.

Come abbiamo detto, bilanciare il bianco, correggendolo, significa infatti eliminare le dominanti: togliere l’eccesso di uno o più colori primari per tornare al bianco, ossia al giusto equilibrio fra i tre: RGB.

Vediamo due casi pratici.

La luce della discoteca – ottenuta con gelatina rossa davanti a una lampada bianca – si bilancia facilmente “eliminando” appunto l’eccesso di rosso introdotto dalla gelatina.

Il faro stradale giallo (lampada a vapori di sodio), al contrario, non si bilancia. Non esiste modo di bilanciarlo, perché non è luce bianca con dominante gialla, ma solo luce gialla/arancio. Se tolgo il giallo e l’arancio resta… il grigio.

Questo il primo punto da chiarire, di carattere teorico, ma con effetti molto pratici.

Come si bilancia il bianco

Il secondo punto da chiarire per capire bene cos’è il bilanciamento del bianco riguarda la pratica di questa correzione.

Torniamo un passo indietro nella storia della fotografia: era della pellicola.

Come sapete, le foto professionali erano fatte in diapositiva, e non prevedevano la post produzione. Quello che usciva si usava per la stampa. Per questo era fondamentale che i colori fossero fedeli in fase di scatto.

Nel digitale, scattando in RAW, la gestione del bianco può essere fatta dopo, in PP.

bilanciamento del bianco

La gestione del bianco regola i colori di ciò che è stato fotografato. Solo un bianco perfettamente corretto vi permetterà di vedere i colori reali, per quello che sono. Altrimenti essi verranno falsati

Capite come questo sia assolutamente essenziale in foto di:

  • moda
  • arte
  • cibo
  • etc.

Per fare queste foto, generalmente realizzate in studio con still life, si usano luci continue o flash professionali. Essi offrono la certezza che la luce emessa abbia delle caratteristiche precise: priva di dominanti o con dominanti note e quindi perfettamente correggibili in PP.

Il bilanciamento del bianco nasce appunto come intervento per riportare la luce usata per la foto alla purezza del bianco assoluto, privandola di eventuali dominanti (colorate). Da ciò deriva la sicura fedeltà dei colori nella foto.

Questo presuppone ovviamente che nella foto siano state usate luci uguali, se non come potenza, certamente come tipo di sorgente.

Cosa bilanciare

E qui – come si dice – “casca l’asino”.

I fotografi amatoriali generalmente non fanno foto in studio con flash o luci continue professionali, ma fotografano la realtà. Per cui il tipo di luce/luci con cui hanno a che fare è totalmente diversa da quelle “certe” dello still life.

Distinguiamo i due casi classici:

  • luce solare
  • luci artificiali

Analizziamoli da vicino

Luce solare

Nel caso della luce solare, quindi ad esempio il paesaggio, ma anche molti ritratti, moda, street, etc. la sorgente luminosa è una sola. E le cose sono abbastanza facili.

Quello che le complica è il fattore colore della luce solare.

La luce solare non è bianca.

O meglio, non è sempre bianca durante la giornata. Va dal rosso al giallo, passando per l’arancio, all’alba. E viceversa fa al tramonto. Vira poi al viola e indaco nell’aurora e nel crepuscolo. Tende al blu a mezzogiorno con cielo sereno.

Perè essendo una sola sorgente luminosa, in teoria si potrebbe bilanciare facilmente. Ma bilanciamo per ottenere cosa?

Se devo puntare alla fedeltà del colore di quello che fotografo allora si, in PP elimino le dominanti e si avrà una luce solare perfettamente bianca. La modella, l’abito, il gioiello saranno rappresentati in modo fedele.

Ma se ho fotografato un tramonto, notoriamente spettacolare per il suo tono caldo tra giallo e rosso, che senso ha eliminare le dominanti con un perfetto bilanciamento del bianco?

bilanciamento del bianco
In questa foto abbiamo una evidente dominanza di giallo/arancio. Ma è quello che volevamo e che ci aspettiamo da un tramonto. Se applicassimo un bilanciamento del bianco otterremo questo:
bilanciamento del bianco

Faticare per fotografare un tramonto, o un’alba, coloratissimi e poi spianarli al bianco?

Certo che no. Quindi in quel caso non si fa un bilanciamento del bianco, a meno che non siamo masochisti. Ed è errato dire che si “bilancia il bianco” nelel foto di paesaggio.

Semmai si varia il bianco, ma non nel senso di una correzione classica, ossia per togliere la dominante calda. Bensì proprio in senso opposto: per accentuarla. O per modificarla virandola, ossia spostandola verso altro colore.

Luci artificiali

Se poi entriamo nel mondo delle luci artificiali la situazione diventa molto più complessa, direi spinosa.

Ovviamente parliamo di foto notturne.

Un qualsiasi ambiente urbano – ma spesso anche un interno – è caratterizzato dalla presenza di un gran numero di luci, spesso tutte diverse tra loro.

Diverse non solo per i colori delle dominanti, ma anche perché alcune sono monocromatiche, e non “bianche con dominante”, come ad esempio le famigerate luci stradali ai vapori di sodio.

Qui il bilanciamento del bianco deve fare una scelta: quale delle tante luci presenti bilancio, ossia riporto a bianco puro?

bilanciamento del bianco
In questo scorcio di un borgo è evidente la presenza di almeno tre tipi di luci- Una naturale, blu, proveinente dal cielo al crepuscolo. E due artificiali. Una di esse è bianca, come la luce solare, l’altra è gialla monocromatica, da lampade a vapori di sodio. La taratura del bianco è su luce solare (daylight). Questo mantiene blu quella del cielo e bianca quella delle lampade led, ma lascia al giallo l’altra.
Cercare invece di modificare il bianco per eliminare il giallo porta a questo. E come si nota il giallo dei fari a vapori di sodio non è arrivato a bianco.
Se cerchiamo di portare al bianco puro le zone gialle, usando il contagocce, ecco cosa accade.

Perché la correzione di bianco, con eliminazione di dominante, può riferirsi solo a una delle luci. Le altre varieranno di conseguenza.

Se aggiungo alla foto un colore per equilibrare la dominante, quel colore si aggiunge anche a tutte le altre diverse luci, e le modifica portandole a colori ignoti e non controllabili.

Capite quindi come dire “bilancia il bianco” in una foto notturna di una città, magari una di quelle usate per fare HDR, è del tutto impossibile. Non ha senso pratico.

Per due motivi:

  • le sorgenti luminose sono diverse e con differenti colori
  • alcune sorgenti luminose non sono “bianca con dominante” (quindi bilanciabili) ma monocromatiche (impossibili da bilanciare)

Inoltre, per poter effettuare un vero bilanciamento corretto, dobbiamo conoscere in modo misurabile il colore della dominante sulla luce che vogliamo portare a bianco. Non possiamo andare a occhio.

Bilanciamento corretto e bilanciamento visuale

Chiariamo quindi che se vogliamo fare un bilanciamento corretto e preciso dobbiamo conoscere un parametro: la temperatura di colore della luce che illumina la scena e che vogliamo correggere.

E per avere successo dobbiamo avere un solo tipo di luce sulla scena.

Se abbiamo la temperatura di colore della luce (che è una unità di misura specifica) la inseriamo nel software di lavorazione del RAW e otteniamo una taratura al bianco rigorosa e reale.

La possiamo conoscere grazie al manuale delle luci o dei flash usati. Altrimenti la dobbiamo misurare con uno strumento apposito, il termo-colorimetro.

In alternativa, se nella foto abbiamo un tag (cartoncino standard per la taratura del bianco) possiamo usare lo “strumento contagocce” del software e impiegarlo come elemento di riferimento del bianco reale. Non è preciso come la misura della temperatura di colore, ma è affidabile.

Qualsiasi altro metodo è empirico e non fedele.

Preset

I preset del WB (sulla fotocamera come in PP) sono vagamente indicativi e non garantiscono certo una veridicità del colore.

Tungsteno, ad esempio, è tarato per una lampada al tungsteno di un certo tipo e con una precisa temperatura di colore; non per qualsiasi lampada.

Per questo capite che qualsiasi osservazione riceviate su una foto postata nei social, dove qualcuno vi dice “bilanciamento del bianco sbagliato”, è basata sul nulla. Ignoratela. Perché non esiste il bilanciamento giusto a meno che non siate nelle condizioni di cui sopra.

Un bilanciamento è preciso solo se basato su un valore di temperatura di colore, espresso in gradi Kelvin e riferito a una sola sorgente luminosa.

Se non siete nelle condizioni si cui abbiamo parlato, potete sempre intervenire sul bianco, ma in modo diverso. Ed è un modo del tutto soggettivo, per cui non soggetto a critiche.

A questo punto entra infatti in gioco il bilanciamento visuale, ossia quello fatto davvero “a occhio” ma finalizzato a offrire una immagine credibile, soprattutto “visivamente credibile” in termini di colori.

Sarete voi che effettuerete correzioni del bianco secondo il vostro gusto e secondo il ricordo della scena fotografata. Ma restando sempre nel mondo del visivamente credibile.

Non fate Marte o Venere :)

Quando possiamo bilanciare il bianco

Vediamo infine in quali casi è possibile fare un vero bilanciamento del bianco, reale e credibile, e in quali è invece impossibile.

Il bilanciamento è possibile con foto:

In studio, con luci continue o flash ma tutti dello stesso tipo. Basta conoscere la loro temperatura di colore, leggendola sul manuale o misurandola con un termo-colorimetro. Oppure inserendo un tag di riferimento nella foto e usando lo strumento “contagocce” del software.

Luce solare, misurando la temperatura di colore del momento o usando un tag di riferimento nella foto.

Non è possibile fare un corretto bilanciamento con foto:

  • notturne in ambiente urbano (scorci di città o paesi)
  • notturne di paesaggio con paesi
  • interni con luci artificiali

Quando sono presenti molte sorgenti di luce con diversa temperatura di colore. Di conseguenza è possibile bilanciarne solo una di esse, ovviamente a patto di conoscerne la temperatura di colore. Ma portando al bianco perfetto una di queste luci, tutte le altre prendono il colore conseguente, che non è bianco.

Inoltre non è possibile bilanciare, ossia riportare a bianco, sorgenti luminose monocromatiche, come:

  • laser
  • led colorati
  • luci ai vapori di sodio (le gialle stradali)

In questi casi non è possibile alcun tipo di intervento di correzione del bianco, perché non esiste una base bianca da recuperare.

Modifica del bianco

Altra cosa rispetto al bilanciamento del bianco, che significa riportare al bianco puro la luce “inquinata” da dominante colorata, è la modifica del bianco.

Correggere significa riportare a bianco, ma qui noi parliamo di modificare in senso visivamente vantaggioso, quindi senza una regola matematica come per il bilanciamento.

La modifica di cui parliamo non ha alcun interesse a riportare al luce al bianco puro.

Anzi, spesso allontana la luce finale dal bianco stesso ancora più di quanto fosse lontana prima. Di solito infatti accentua o modifica la dominanza.

Esempi classici sono:

  • luce più calda su albe e tramonti
  • raffreddare (portare al blu) la luce di aurore e crepuscoli
  • ridurre la dominanza giallo/arancio nelle vedute urbane

In questi casi però non è possibile applicare una regola, ne un sistema basato su valori numerici. Ma si lavora a vista.

Importanza del monitor

Inutile dire, come conclusione, che il monitor è molto importante per lavorare sul bilanciamento del bianco, e diventa fondamentale se facciamo delle correzioni per un bilanciamento visuale.

Serve un monitor di qualità, possibilmente tarato periodicamente. Se il monitor ha una dominanza, ci inganna.

Il rischio non è tanto presente nel caso del bilanciamento del bianco, che si fa sulla base della temperatura di colore o del contagocce. In quel caso, se la foto dovesse ancora apparirci con una dominante, la colpa sarà solo del monitor e possiamo accettarla così come è.

Il problema nasce quando cerchiamo di gestire il bianco, su una foto, in maniera visuale. Se il monitor ci inganna perchè è affetto da una sua dominanza, falserà la nostra visione della foto. E di conseguenza la correzione che stiamo applicando.

Se il monitor vira al magenta, ad esempio, noi lavoreremo per togliere magenta alla foto. Ma non è un problema della foto… che uscirà di un colore poco naturale.