Silviano Scardecchia: fotografo a 360 gradi

Quando la fotografia è una vera e propria passione non è necessario dover decidere di dare un taglio monotematico alla propria produzione artistica, incentrandosi su una determinata tipologia di soggetti o su scatti in serie che abbiano un denominatore comune. È questo il principio su cui si basa l’attività di fotografo di Silviano Scardecchia; un ventaglio di scatti a tema diverso che non segue schemi predefiniti ma solo la più autentica, genuina e incontrollabile passione per lo scatto.

Intervista al fotografo di cerimonia Nicola Maiani

" Lo chiamano tutti “reportage”, io la chiamo semplicemente “storia”. Scatto in luce ambiente, senza ausilio dei flash per il 90% dei miei scatti, e questo perché ritengo che il ricordo che si imprime in mente è fatto della luce che quel giorno c’era. Poi, ovviamente, per qualche scatto in esterna più “coreografico” a volte mi avvalgo di flash e modificatori vari."

Intervista alla fotografa Mel

"Avendo abbandonato la fotografia per tutta l’adolescenza, credo la tappa più significativa sia stata qualche anno fa: quando mi sono ritrovata con la mia prima reflex in mano, comprata mettendo da parte lo stipendio. E riavvicinandomi da zero alla macchina fotografica e alla fotografia."

Intervista al fotografo Daniele Lanci

"E’ il mio cavallo di battaglia. Adoro il bianco e nero, denso contrastato con forti neri e bianchi luminosi. Non mi piace quel grigio piatto che di solito si vede. Con il bianco e nero siamo andati subito d’accordo, valorizza le mie immagini e le emozioni che trasmettono."

Intervista alla fotografa Giulia Venanzi

Il progetto Déjà View nasce dalla visione soggettiva del luogo: Roma, New York e Monaco vengono rimodellate dal sentire del fotografo e dall’immaginazione dello spettatore e assumono tratti inediti nella loro quotidianità. Le prospettive e le proporzioni tra i piani si confondono, la razionalità è abbandonata in favore della costruzione di un mondo personale. Il fine è il raggiungimento di una sur-realtà, in cui convivano sogno e veglia: un non luogo, in cui volumi architettonici e spazi tangibili si carichino di significati nuovi e onirici, per tradire definitivamente la concezione della foto come una testimonianza del reale.

Intervista alla fotografa Erika Orlandi

"Fotografare mi rende felice. Quando guardo una scena, una persona, un paese.. lo vedo come se fosse una fotografia. Non riesco a non fotografare. La fotografia di matrimonio invece mi appassiona perché mi piace raccontare il giorno speciale di una coppia e vedere la loro gioia quando guardano il reportage finito. Quelle fotografie rimarranno con loro per anni e anni, mi piace quest’idea."

Intervista alla fotografa di cerimonia Erika Orlandi

"Fotografare mi rende felice. Quando guardo una scena, una persona, un paese, lo vedo come se fosse una fotografia. Non riesco a non fotografare. La fotografia di matrimonio mi appassiona perché mi piace raccontare il giorno speciale di una coppia e vedere la loro gioia quando guardano il reportage finito. Quelle fotografie rimarranno con loro per anni e anni, mi piace quest’idea."