Coburn era un altro eccezionale fotografo a cui, non è stata forse ancora data l’ importanza che merita. Nacque a Boston, e si trasferì in Inghilterra quando era ancora giovane. Ha iniziato a fotografare all’età di otto anni ( ispirato da suo cugino F. Holland Day ), divenne nel 1903 un membro fondatore della “Photo-Secession” e che fu eletto nel “Linked Ring” e che alla giovane età di venticinque anni aveva presentato una mostra personale alla “Royal Photographic Society”.

Coburn sottolineò l’importanza dell’apprendimento delle tecniche della fotografia in modo che divenissero totalmente automatiche, “lasciando la mente libera di dedicarsi alla questione che è davvero importante: il diretto contatto con ciò che noi vogliamo esprimere”.

Coburn diede vita ad una serie di fotografie di panorami urbani, delineando un preciso metodo. Fu anche un ottimo fotografo di ritratti, e nel 1913 e 1922 produsse una collezione di due volumi di fotografie che ritraevano delle celebrità dell’ epoca. La raccolta era intitolata “Men of Mark“. Lo stile dei suoi ritratti è davvero caratteristico. Lo scrittore George Bernard Shaw, che posò per Coburn, e che aveva anch’ esso sviluppato un interesse per la fotografia, descrisse Coburn come “uno dei più affermati e sensibili artisti fotografi… vivente”.

Coburn credeva in modo appassionato all’ idea di liberare la fotografia dalla nozione per cui un lavoro poteva essere considerato artistico solo se rappresentava la realtà. E’ infatti conosciuto anche per la produzione di “Vortografie”, fotografie “non- oggettive” di elementi come ad esempio un pezzo di legno o di cristallo, catturato attraverso un accordo di specchi, risultante in immagini multiple.

Nel 1916 Coburn progettò un elemento che il poeta Ezra Pound chiamò “Vortoscopio”, e che consisteva in tre specchi disposti come un caleidoscopio, che consentiva di fare più foto contemporaneamente.

Il “British Journal of Photography” (16 Febbraio 1917) commentò con fascino il vortoscopio di Coburn, e l’ approccio a questa creazione fu questo:

“è stata la più eccitante esperienza mai avuta in tutti i regni della fotografia. Per oltre un quarto di secolo ha utilizzato la macchina fotografica in un modo o in un altro, ma mai nulla ha eguagliato la sua scoperta di un supporto come il vortoscopio per la produzione di emozioni e divertimento estetico”.

Tra il 1903 e il 1909 il lavoro che svolse comparì in tre edizioni della “Camera Work”. Purtroppo Coburn perse se stesso nell’ astrologia e nell’occulto. Il suo entusiasmo per la fotografia diminuì soprattutto dopo la Prima Guerra Mondiale, anche se cominciò nuovamente a fotografare negli anni cinquanta.

Grazie alla stretta amicizia tra Coburn e Dudley Johnston, curatore della collezione della “Royal Photographic Society”, la Società possiede oggi un considerevole numero di straordinarie opere.

( 11 Gennaio 1882 / 23 Novembre 1966 )


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Vortografia - Wikipedia - Culturalibera · 13 Marzo 2024 at 08:07

[…] a b latdbat, COBURN, Alvin Langdon, in Giovanni Albani Lattanzi, 4 febbraio 2010. URL consultato il 28 giugno […]

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