Benvenuti in questo tutorial tecnico che spiega tutto quello che c’è da sapere su come fare una multiesposizione, ossia la base per un qualsiasi HDR.
Che cos’è una multiesposizione
La prima cosa da definire è il concetto di multiesposizione. Come dice la parola stessa, è una serie di scatti con esposizione differente tra loro.
Serve come base per poter applicare la tecnica HDR a una situazione fotografica con elevato o elevatissimo contrasto, quindi con enormi differenze di esposizione tra luci e ombre estreme.
Parametri
I parametri di una multiesposizione sono due:
- numero di scatti da fare
- intervallo di esposizione tra gli scatti
Non esiste una regola che determina di quanti scatti debba essere composta, ne quale deve essere l’intervallo di esposizione tra essi.
Sono due parametri che vanno decisi volta per volta in base alla situazione fotografica e all’uso che vogliamo fare della multiesposizione. Quindi dovete imparare a capire come stabilire questi due valori.
Di sicuro, a meno che non ci sia un motivo specifico, l’intervallo di esposizione tra tutti gli scatti deve essere sempre uguale.
Come variare l’esposizione tra gli scatti
Per variare l’esposizione sappiamo che si può agire su tre parametri di scatto:
- tempo
- diaframma
- ISO
Sappiamo anche che, se variamo
- diaframma: cambia la profondità di campo tra gli scatti
- ISO: si modificano presenza del rumore digitale e nitidezza della foto
Variando il tempo invece l’unica cosa che può cambiare è la resa di elementi in movimento, se ci sono.
Per questa ragione – a meno che non ci siano precisi motivi specifici – la variazione dell’esposizione si fa sempre e solo con i tempi.
ISO e diaframma restano fissi.
Multiesposizione per HDR: giorno e notte
Esiste una notevole differenza tra la tecnica HDR per la fotografia notturna (ambienti urbani) e quella di giorno (paesaggio). Di conseguenza, anche le relative multiesposizioni sono diverse tra loro. E per la precisione lo sono nel numero di scatti.
Di giorno solitamente bastano 2,3, al massimo 5 scatti per avere la giusta multisposizione da cui ricavare un perfetto HDR di paesaggio.
Nella fotografia notturna, invece, se ne usano molti di più. Questo perché la differenza di esposizione tra luci forti e ombre scure è molto maggiore.
Di giorno è infatti rarissimo che nella scena fotografata ci sia il buio assoluto, ossia la quasi totale assenza di luce in una zona dell’immagine. Mentre di notte è la regola.
Per contro, tanto di giorno quanto di notte abbiamo sorgenti luminose.
Ecco perché nella fotografia notturna la differenza di esposizione è maggiore, e quindi servono multiesposizioni composte da un numero più elevato di scatti.
Naturalmente quello che conta non è il numero di scatti in se, ma l’intervallo di esposizione che essi comprendono.
- 5 scatti intervallati di 2 stop = 8 stop di differenza
- 9 scatti intervallati di 1 stop = 8 stop di differenza
Quindi apparentemente farne 9 da 1 stop o 5 da 2 stop è la stessa cosa. Ma no. Non è così, perché la morbidezza di transizione di un HDR dipende proprio dall’intervallo di esposizione tra gli scatti.
Meglio fare più scatti restando a un intervallo non superiore a 1 stop tra di essi.
Come definire le esposizioni minima e massima
Veniamo infine al punto focale: come stabilire da quale esposizione far partire la nostra multiesposizione e dove farla finire.
La risposta sarebbe banale: da dove serve :)
Di giorno è facile. La nostra sorgente luminosa è il sole. Quindi lo scatto più scuro deve averlo ben esposto. Quello più chiaro deve avere esposta in maniera leggibile la parte “buia” della foto, che di solito è il terreno in primo piano.
Di notte le cose si complicano. La scena notturna, di paesaggio con paesi o urbana, è caratterizzata da tante sorgenti luminose di varia potenza, puntiformi, e da vaste zone scure o del tutto buie. I passaggi tra di esse sono rapidi, su spazi ridottissimi.
Quello che dobbiamo fare è uno scatto di prova. Quindi fissiamo
- ISO
- diaframma
poi usando l’esposimetro della fotocamera mettiamo “a zero” (esposizione giusta) e scattiamo.
Ingrandiamo la foto e individuiamo la zona più scura e la sorgente luminosa più forte della nostra scena. Non importa se non avete proprio azzeccato la luce più forte o l’ombra più scura, potete verificare dopo. Ora partite da queste due che avete scelto.
Limite alto
Alzate l’esposizione (tempo di scatto più lungo) e fate un nuovo scatto. Ingrandite e verificate se la zona più scura che avevate scelto è diventata ben leggibile.
Se resta scura, alzate ancora l’esposizione e ricontrollate. Nel caso invece per voi vada bene, allora scorrete tutta la foto per essere sicuri che non ci siano zone ancora più scure.
Qualora ci fossero, aumentate ancora l’esposizione e fate di nuovo la verifica di prima. Quando avrete la zona più scura della scena ben leggibile, segnatevi quel tempo di esposizione, perché è il limite alto della vostra multiesposizione.
Se per caso, in questa vostra caccia al buio, arrivate a 30 secondi e non siete ancora soddisfatti, allora è ovvio che dovete alzare gli ISO o aprire il diaframma della multiesposizione. I nuovi valori rimarranno fissi.
Limite basso
Una volta trovato il limite alto, passato all’altro. Riducete il tempo di scatto (più veloce) e fate uno scatto di prova.
Se la luce più forte della scena (quella che individuata all’inizio) non è perfettamente esposta e puntiforme, allora dovete usare un tempo ancora più rapido. Scattate e riverificate.
Quando avrete finalmente trovato il tempo per una esposizione che rende la luce un puntino luminoso, allora ci siete. Verificate però che nella scena non ci siano altre luci ancora più forti.
Se ci sono ripetete il procedimento di prima con un tempo ancora più rapido.
Se non ci sono, quello è il tempo del limite basso.
Scattare la multiesposizione
Ora avete i due limiti: basso e alto. Facciamo un esempio:
- 1/30 di secondo: la luce più forte della scena è perfettamente puntiforme
- 30 secondi: la zona più scura è ben leggibile
Ora cancellate gli scatti di prova per non fare confusione poi, e scattate la vostra serie. Impostiamo l’intervallo tra gli scatti a 1 stop e avremo:
1/30, 1/15, 1/8, ¼, ½, 1 secondo, 2, 4, 8, 15, 30 secondi
Ossia una multiesposizione di 11 scatti.
Scatto remoto
Quando fate gli scatti è fondamentale non toccare la fotocamera. Questo perché rischiate di farle fare un leggerissimo movimento che però poi porta gli scatti a non essere allineati tra loro. Quando fate HDR, questo disallineamento genera aloni sulle luci.
Come regola usate
- cavalletto solido e stabile
- testa adeguata al peso della fotocamera
- scatto remoto
Questo è fondamentale. Che sia a filo, radio o via app non importa. Non usate l’autoscatto, perché evita il micro mosso ma non impedisce alla fotocamera di spostarsi leggermente tra gli scatti.
Esiste però un secondo problema legato al rischio spostamento della fotocamera tra gli scatti: la modifica del tempo di scatto.
Se lo variate a mano volta per volta rischiate comunque di toccare, e muovere, la fotocamera.
Quindi, o lo variate tramite:
- app
- comando remoto a filo (via usb)
oppure dovete usare la funzione bracketing della fotocamera.
Limite del bracketing
Qui però casca l’asino, perché il bracketing al massimo arriva a 7 scatti nei modelli di lusso, spesso fermandosi a 5 (o addirittura 3) in quelli normali.
Le soluzioni che avete, purtroppo, non sono molte.
O aumentate l’intervallo di esposizione tra gli scatti (da 1 stop a 1,5 o magari anche 2), per farvi bastare i 5 o 7 scatti che la fotocamera vi concede in bracketing in modo da coprire comunque l’intervallo di esposizione che vi serve.
Oppure rischiate di andare a variare il tempo toccando la macchina. Ora, se lo fate con maestria e delicatezza, su cavalletto solido e testa robusta, tutto ben serrato, con un grandangolare ce la potete anche fare.
Su un tele no. Evitate in partenza a meno che non volete poi perdere il tempo necessario per riallineare a mano tutti i livelli del vostro HDR in PS. Fattibile, ma faticoso e noioso.
Immagini di un caso pratico
Siamo a Villa Santa Maria, in Abruzzo. Una veduta notturna, con la chiesa del paese in primo piano, e Colledimezzo sullo sfondo. Notte senza Luna, quindi solo buio e luci artificiali.
Per fare un HDR ci serve una multiesposizione. Fissiamo ISO 400 e diaframma f8; poi, seguendo le indicazioni dell’esposimetro, facciamo il nostro scatto di prova. Siamo a 4 secondi.
Da questa immagine, con i segni – e + che indicano le aree troppo nere o bruciate, capiamo che ci servono sia scatti più chiari che più scuri.
Poi dobbiamo scegliere la zona più scura e la più chiara della scena, e usarle come riferimento per capire quanto aumentare e ridurre l’esposizione.
Iniziamo a ridurre l’esposizione usando tempi sempre piu rapidi e arriviamo a -4 stop rispetto alla foto di prova iniziale. Ossia a questa immagine, con tempo di scatto di 1/4 di secondo.
Dopo aver fissato il tempo per lo scatto più scuro a 1/15 di secondo, passiamo ora a trovare l’altro, quello più chiaro.
Rispetto alla foto di prova iniziale, qui siamo a + 3 stop, quindi tempo di 15 secondi.
Vediamo cosa accade salendo ancora di +1 stop con l’esposizione (quindi +4 stop rispetto alla foto di base), usando un tempo di 30 secondi.
Se da un lato è vero che queste rende ancora più leggibili le zone molto scure, come la montagna di sfondo, ci dobbiamo anche chiedere se davvero ci interessa.
Quando fermarsi
Ha senso, in termini di interesse della fotografia, mostrare in maniera piu leggibile un pendio di montagna coperto da alberi e del tutto privo di dettaglio e interesse?
O ci possiamo fermare al distinguere la montagna dal cielo? Quindi lo scatto con esposizione precedente?
Oggettivamente ha senso rendere leggibili le zone scure nel momento in cui contengono dettagli belli o interessanti, altrimenti no. Si renderebbe solo più piatta la foto, senza guadagnare nulla.
Sicuramente sceglieremo di fermarci allo scatto precedente, scattando pure questo, ma scartandolo poi.
La nostra multiesposizione andrà quindi:
- da 1/15 di secondo per lo scatto scuro
- a 15 secondi per quello più chiaro
Quindi, fissati ISO e diaframma, faremo i seguenti scatti:
- 1/15
- 1/8
- 1/4
- 1/2
- 1 secondo
- 2
- 4
- 8
- 15