Tra i borghi della Valle Subequana, che si snoda ai piedi del Sirente, ce ne sono alcuni che hanno conservato pressoché intatta la propria suggestione medievale: tra loro va sicuramente citato Fontecchio.
Il paesino risulta oggi un piccolo gioiello che sembra essere sbucato fuori improvvisamente da un lontano passato. Tanto nella sua struttura urbana, quanto nei sui palazzi e nelle sue case, si conservano infatti numerosi gli elementi originari.
Cosa fotografare a Fontecchio
Entrando in paese la prima cosa che salta all’occhio è che si tratta di un borgo fortificato, la cui struttura urbana, tutta in salita, era protetta in antico addirittura dalla successione di due cerchie di mura, una dentro l’altra.
Superata Porta del Castello, con il suo bell’arco (ottimo soggetto fotografico), si inizia a camminare su una rampa verso la porta successiva, detta dei Santi, dominata da una torre quadrata (altro ottimo soggetto) destinata alla difesa di quell’ingresso con la tecnica detta piombante.
In epoca medievale, quando non esistevano le armi da fuoco, gran parte della difesa delle città era affidata alle pietre, che venivano semplicemente lasciate cadere in testa agli attaccanti.
Per questo i borghi erano fatti con strette strade chiuse tra le altre mura delle case: il nemico invasore era costretto in piccoli spazi nei quali era facile bersaglio di qualsiasi cosa venisse gettata dall’alto, olio bollente o pietre che fosse.
Quando fotografate i vicoli e gli scorci, usando grandangolari di preferenza, ricordate sempre di trasmettere questo senso di “stretto” legato appunto all’uso antico di quei passaggi.
Nel centro storico di Fontecchio si ammirano ancora oggi, oltre a mura e porte, anche palazzi fortificati e diversi esempi di botteghe medievali, che si riconoscono per la classica disposizione del banco di vendita affiancato all’ingresso.
Anch’essi sono ottimi soggetti fotografici, sia per inquadrature strette, diciamo di tipo architettonico, che ampie.
Nella parte più bassa del borgo si trovano i resti della chiesa della Vittoria, detta in passato di San Pietro, costruita su un antico tempio pagano dedicato a Quirino e poi demolito.
Il soggetto principale di Fontecchio
Ma il vero soggetto principe da fotografare a Fontecchio è una eccezionale testimonianza della vitalità artistica del Trecento abruzzese, effetto del momento felice vissuto dalla regione in età angioina.
Si tratta di una bellissima fontana gotica, esempio raro nel suo genere e caso davvero interessante di architettura civile, non destinata quindi, come quasi sempre accade, a funzioni sacre.
Per ispirarsi il suo progettista prese a modello la Fontana Maggiore di Perugia, ma venne influenzato probabilmente anche da quella di Piano Scarano a Viterbo. Quella di Fontecchio doveva servire come punto di ristoro per i pellegrini e i mercanti di passaggio.
Per questo è collegata in maniera funzionale con l’intera piazza creando una vera e propria area di sosta attrezzata, composta dalla fontana, dagli abbeveratoi per gli animali, addossati al muro della casa che chiude la piazzetta, e da un’edicola votiva a forma di tabernacolo.
La fontana è composta da una vasca circolare, con dei riquadri dentro ai quali forse c’erano dei bassorilievi, e un fusto centrale che regge un curioso lanternino in pietra finemente lavorato.
Nell’edicola votiva ci sono le tracce di un affresco con la Madonna il Bambino e angeli.
Qui si innesta una curiosità artistica davvero affascinante: gli studiosi hanno sempre trascurato questa piccola pittura, ma sembra invece che abbia a che fare con il misterioso Maestro che, nel 1429-30, dipinse il Giudizio Universale nella chiesa di Santa Maria in Piano a Loreto Aprutino.
Di questo artista assolutamente anonimo nulla si sa, ma pare che tra le sue prime opere da giovane ci sia proprio l’affresco di Fontecchio.
Le inquadrature preferibili sono quelle strette della fontana e quelle ampie con la piazzetta e gli edifici attorno. Ma anche i dettagli stretti e l’edicola con l’affresco. La luce migliore è quella del pomeriggio. Oppure notturna con HDR.
Le foto fuori da paese
Poco fuori dal borgo si può visitare il suggestivo convento di San Francesco, oggi recuperato e sede di un ristorante.
La chiesa francescana fu costruita alla fine del Duecento su una più antica dedicata a Sant’Agnese, e nel corso dei secoli ha subito diverse trasformazioni.
L’interno è semplice, con una sola navata del Quattrocento decorata da alcuni altari e affreschi quattrocenteschi e cinquecenteschi.
La facciata rimase incompiuta, come si vede molto bene poiché è rivestita da blocchi di pietra solo per metà.
Il convento offre un grande chiostro, costruito tra il XIV e il XV secolo, anche se una scritta riporta la data del 1488 e la firma del probabile autore, tale Maffeo de Calderonibus.
Il convento fu chiuso e abbandonato nel 1809 a causa della soppressione degli ordini religiosi voluta da Napoleone.
Molto bella la facciata, con la luce del tramonto. Interessante anche il chiostro, ma dovete chiedere agli attuali gestori di farvi entrare.
Da fotografare nei dintorni
La vostra giornata fotografica può proseguire seguendo la strada verso sud fino alla frazioncina di Stiffe. All’ingresso del paese trovate bella chiesa di Sant’Andrea (purtroppo danneggiata dal sisma del 2009).
Salendo a piedi lungo il breve sentiero si arriva a un laghetto con una piccola cascata molto bello come soggetto per tempi lunghi ed “effetto seta”.
Ma il pezzo forte qui sono le stupende grotte naturali, le più belle della regione, attraversate da un fiume sotterraneo. Purtroppo per fotografarle bene è necessario usare il cavalletto, ma questo richiede una autorizzazione da parte del gestore.
Sfortunatamente il loro servizio di comunicazione è abbastanza carente. Provate a telefonare o inviare mail, ma non è facile entrare in contatto con loro.
Se riuscite ad avere il permesso, lo scatto principe è quello della cascata sotterranea, con tempi lunghi. Fate attenzione perché provoca parecchio aerosol, quindi proteggete fotocamera e lente in maniera adeguata dall’umidità.
Altri borghi vicini
A pochi Km si trova Tione degli Abruzzi, con la sua bella torre che svetta ai margini del paesino, e la grande chiesa fortificata di Santa Maria del Ponte.
Accanto alla torre (a sinistra) una piccola strada si inerpica lungo il fianco della montagna fino a raggiungere le famose Pagliare di Tione, che con quelle della vicina Fontecchio, rappresentano due luoghi molto suggestivi.
Erano le casette usate nel passato dai pastori e sono state recentemente restaurate.
La strada è percorribile con una normale auto, anche se stretta, molto ripida e priva di protezioni a valle. Si prestano per riprese di paesaggio ampio o medio, soprattutto in autunno. Luce preferibile: mattino.
Proseguendo ancora verso sud si raggiungono:
- Acciano, dove potete fotografare interessanti scorci tra le vie del borgo (sia con grandangolari che con medio-tele)
- Beffi, con i ruderi del suo grande castello (si può accedere liberamente, ottimi scorci con i grandangolari ampi)
- Roccapreturo, dove sulla montagna si scorgono i resti di un’altra fortificazione medievale (con il tele).
Sul lato opposto della valle si trova Goriano Valli, che si raggiunge da Tione.
È un minuscolo quanto delizioso borgo con una bella torre circolare (si trova fuori dal paese, isolata verso la valle) e un laghetto, soggetto fotografico ideale sia nella bella stagione che in autunno.
Luce preferibile: pomeriggio.