Benvenuti in questo tutorial dedicato a come impostare gli ISO più adeguati per la fotografia che stiamo per scattare.
Ricordo che questa fa parte di un gruppo di tre guide sulle impostazioni di base della macchina fotografica, ossia:
Questa mini raccolta fa a sua volta parte della nostra serie “primi scatti”, indirizzata alle persone che si stanno avvicinando al mondo della fotografia. Ma ideale anche per chi scatta già e desidera comprendere meglio la teoria.
Come impostare gli ISO
Prima di andare a familiarizzare con questa curiosa sigla, riprendiamo il filo del discorso fatto negli altri due tutorial della serie.
Partiamo ribadendo che, come sapete, la corretta esposizione di una foto si ottiene variando due parametri, che sono:
- tempo di scatto
- apertura del diaframma
Entrambi, seppure in maniera diversa, regolano la quantità di luce che arriverà sul sensore al momento dello scatto e che quindi andrà a “formare” l’immagine.
Se la nostra scena è:
- molto luminosa: possiamo usare un tempo più veloce e/o un diaframma più chiuso
- poco luminosa: useremo un tempo lento e/o un diaframma aperto
Se ci serve:
- ampia profondità di campo: chiuderemo tutto il diaframma allungando il tempo di scatto
- tempo di scatto rapidissimo: apriremo il diaframma al massimo
E così via.
In caso di scarsa luce
Ma, c’è un ma.
E se la luce della nostra scena non fosse sufficiente per le regolazioni che dobbiamo usare?
Esempi
Mi spiego con alcuni esempi.
Stiamo fotografando con poca luce ma vogliamo avere una ampia profondità di campo. Esponiamo, e la fotocamera ci dice che con diaframma f22 possiamo scattare correttamente a 2 secondi. Se abbiamo un cavalletto non ci sono problemi. Ma se non lo abbiamo? A mano libera due secondi sono impossibile, a meno che non siate statue.
Oppure vogliamo congelare il movimento di una corsa di bici ma l’arrivo è dopo il tramonto: poca luce ma ci serve un tempo di scatto di almeno 1/500 di secondo. Stanno arrivando, esponiamo e la fotocamera ci dice che, pur aprendo tutto il diaframma, non riusciamo a stare sopra 1/30 di secondo. Verrà tutto mosso.
Infine, siamo in giro di notte in città e vediamo una bella scena di street. Inquadriamo, esponiamo, ma la lettura ci dice che anche a tutta apertura di diaframma il tempo giusto è almeno di 1/4 di secondo. Non si scatta a mano libera.
Ecco, in tutti e tre questi esempi ci siamo accorti di come la regolazione della coppia tempi/diaframmi non ci permette di trovare una combinazione per poter scattare con la luce che abbiamo a disposizione.
In tutti i casi ci siamo trovati a dover usare un tempo troppo lungo per lo scatto a mano libera o a non poter usare il tempo rapido che ci serviva per congelare un movimento.
Ma gli esempi sono infiniti. Quello che li accomuna è che ci sarebbe servita “più luce”.
Ma sappiamo che non sempre è possibile aggiungere luce. E soprattutto non è possibile farlo in un paesaggio, in una situazione urbana di street e cosi via.
Quando si lavorava in pellicola questo limite era una normalità.
Variare e impostare gli ISO
Ma, diversamente da quella analogica, la moderna fotografia digitale ha un asso nella manica. Consente infatti di variare anche un terzo fattore oltre a diaframma e tempo di scatto.
Parliamo degli ISO (l’argomento di questo tutorial), il parametro che misura la “sensibilità” alla luce del nostro sensore.
Si. Perché a differenza della pellicola, che aveva una sua sensibilità propria e definita (era infatti scritta tanto sulla scatola quanto sul rullino), il sensore digitale può variarla.
Ovviamente andando da un minimo a un massimo che sono definiti dal costruttore.
La variazione avviene per intervalli fissi, che corrispondono 1 stop di esposizione. Questo per rendere tutto molto più facile in fase di uso.
Valori di ISO
I valori generali degli ISO sono:
- 100
- 200
- 400
- 800
- 1600
- 3200
- 6400
Esistono poi dei valori “fuori gamma”, che sono specifici di determinati corpi macchina studiati per lavorare appunto “ad alti ISO”, e quindi in situazioni di poca luce.
- 12800
- 25600
- 51200
- 100mila
Questi sono ovviamente i valori interi.
Poi, come per gli altri parametri di esposizione, le fotocamere permettono di impostare la regolazione degli ISO a mezzi valori o terzi di valore.
Alcune fotocamere permettono anche di scendere sotto i 100 ISO di base, andando al valore di 50 ISO.
Alcuni modelli, infine, soprattutto nelle vecchie generazioni, avevano come valore base 200 ISO invece che 100, come invece è lo standard.
Come usare gli ISO
Tra ciascuno di questi valori esiste una differenza di esposizione di 1 stop. Per cui passare da uno all’altro equivale a modificare l’esposizione di uno stop di diaframma o un intervallo intero di tempo di scatto.
Facciamo degli esempi riferiti ai casi che abbiamo visto prima.
Corsa di bici con arrivo dopo il tramonto
- L’esposimetro ci diceva: al massimo 1/30 di secondo. Ma noi volevamo arrivare a 1/500.
- Quanti stop ci sono di differenza tra questi due tempi?
- 1/30 – 1/60 – 1/125 – 1/250 – 1/500, sono 4 stop di tempi.
- Quindi portiamo gli ISO da 100 a? Vediamolo.
- 100 – 200 – 400 – 800 – 1600. Ossia 4 stop di ISO.
- E ora possiamo scattare a 1/500 di secondo!
Street in notturna
Poca luce e quindi “a tutta apertura” siamo al massimo a 1/4 di secondo. Ma vogliamo scattare a tempo sicuro per non avere micromosso, ossia decidiamo 1/125.
- Vediamo quanti stop dobbiamo recuperare.
- 1/4 – 1/8 – 1/15 – 1/30 – 1/60 – 1/125
- Ci serve un recupero di 5 stop.
- Ma siccome siamo a diaframma tutto aperto, decidiamo di chiuderlo un pelo per avere più definizione.
- Quindi, oltre ai 5 dei tempi, recuperiamo anche 1 stop di diaframma.
- Ci servono dunque 6 stop dagli ISO.
- 100 – 200 – 400 – 800 – 1600 – 3200 – 6400. Ed ecco i nostri 6 stop di ISO.
Sembra tutto maledettamente facile, vero? Ecco, sembra.
Qualcuno potrebbe pensare che questa magia del digitale risolve tutti i nostri problemi di scatto.
Ma non è così: gli ISO hanno un prezzo da pagare. E si chiama “rumore”.
ISO e rumore digitale
Non entro nel merito tecnico del rumore digitale, perché non è questo il contesto, ma ve lo spiego nei suoi effetti.
Il rumore digitale delle foto non ha nulla a che fare con questioni di audio. Non si sente; si vede.
Origine del rumore digitale ad alti ISO
Semplificando: alzare gli ISO serve a rendere il sensore più sensibile alla luce, ma questa sua ipersensibilità lo costringe a uno sforzo.
In queste condizioni anomale esso tende a generare segnale casuale, che si evidenzia come una sorta di polvere luminosa e di granulosità dell’immagine.
Come la grana
La foto risulta velata da una grana simile a quella delle vecchie foto in bianco e nero.
Esistono metodi e software che possono ridurre questo rumore, ma comunque lavorano sempre a danno della foto. Riducono il rumore ma abbassano, spesso anche notevolmente la nitidezza dell’immagine.
Più sono alti gli ISO, maggiore è il rumore generato, e maggiore sarà il danno provocato all’immagine in fase di sua riduzione.
Inoltre, gli alti ISO tendono comunque a produrre immagini più “morbide” e meno definite.
Inoltre i sensori APS soffrono maggiormente ad alti ISO, più di quelli FF.
ISO si ma con cautela
Ecco perché vanno usati come extrema ratio, diciamo l’asso nella manica da giocare quando non sono possibili altre soluzioni. E comunque vanno impiegati con parsimonia, conoscendo benissimo le prestazioni della fotocamera ad alti ISO.
Valori di ISO da usare
100-400 ISO
In linea di massima diciamo che l’intervallo 100-400 ISO è un terreno tranquillo per quasi tutte le fotocamere, almeno quelle delle ultime 2 generazioni. Anche 3.
800-1600 ISO
La fascia 800-1600 ISO è già un terreno più scivoloso e accidentato, soprattutto per:
- fotocamere più vecchie (diciamo 3 o più generazioni fa)
- corpi APS
Il rumore si inizia a vedere ed è già necessario (soprattutto a 1600 ISO) un qualche intervento di riduzione in fase di PP, fosse anche solo con Camera RAW.
3200 ISO
Qui siamo già su un valore riservato a corpi macchina performanti agli alti ISO, quindi comunque FF e di ultima generazione, o al massimo penultima. In ogni caso il rumore diventa evidente e va ridotto in PP. Risulta un valore già proibitivo per corpi APS.
6400 ISO
Viene considerato oggi il valore limite sicuro di lavoro ed è usato di preferenza su macchine di nuova generazione, o al massimo di quella subito precedente. Non è adatto a corpi APS, quindi va bene usarlo solo su FF. Il rumore è molto evidente e va trattato bene in PP; la morbidezza dell’immagine si nota.
12mila ISO e oltre
Un campo di valori estremi, da impiegare solo con corpi macchina FF di ultima generazione e per applicazioni speciali. La qualità della foto è molto degradata e il rumore assai evidente.
Conclusioni
La regolazione della sensibilità alla luce del sensore, definita appunto dal parametro ISO, è uno strumento potente per poter scattare in condizioni di luce insufficiente per i nostri parametri di scatto.
Ma genera rumore e va quindi usata con attenzione.
Valori fino a 400 ISO si possono raggiungere con una certa tranquillità.
Quelli tra 800 e 1600 con una certa attenzione, che aumenta man mano che il corpo macchina è meno performante o più datato.
La fascia 3200 – 6400 è invece molto più problematica, genera molto rumore e va usata solo in caso estrema necessità e su corpi macchina moderni e performanti. Inoltre richiede sempre una riduzione del rumore in PP e quindi bisogna saperla fare prima di pensare allo scatto a questi valori di ISO.
La fascia superiore è riservata ad applicazioni speciali.
Ricordate che:
- le APS sono meno performanti ad alti ISO rispetto alle FF
- ogni generazione di fotocamere riesce a spostare il “valore massimo sicuro” di 1 stop verso l’alto
- oltre i 6400 ISO è spesso necessario il ricorso a speciali tecniche di riduzione del rumore basate su serie di scatti fusi tra loro (non singolo scatto)
- per foto dove il soggetto non è in movimento è sempre meglio tenere gli ISO a 100 e usare un cavalletto allungando il tempo di scatto
- se superate i 200 ISO scattate sempre in RAW, perché consente una migliore riduzione di rumore in PP
- il rumore aumenta all’aumentare degi ISO