Benvenuti in questo tutorial della serie “Primi scatti”, dedicato esplicitamente a chi si sta avvicinando per la prima volta al mondo della fotografia. Primi scatti – quindi – proprio inteso come “primi passi” in questo nostro fantastico mondo creativo.
In questo tutorial ci occupiamo di come usare correttamente il cavalletto fotografico.
Per scegliere il treppiede e la testa vi rimando direttamente ai miei due specifici tutorial, completi di ogni possibile informazione utile.
Diamo per scontato che abbiate già acquistato, montato e provato il vostro treppiede fotografico. Vediamo ora come usarlo al meglio e come fare manutenzione per conservarlo a lungo, il più a lungo possibile, visto quello che costa.
Cosa danneggia il cavalletto
Premesso che i treppiedi sono realizzati con questi materiali:
- alluminio
- plastica
- ferro/acciaio
- ottone
- resina + carbonio
Partiamo subito dall’analisi di quelle azioni e quei comportamenti di uso che possono danneggiare in qualche modo il vostro treppiede. Iniziamo vedendo come agisce l’acqua nei confronti di questi materiali.
Proteggere il treppiede dall’acqua
Distinguiamo subito tra acqua dolce – intesa come pioggia, ad esempio, o umidità della nebbia – e acqua salata o salmastra, in cui comprendiamo quella del mare, delle lagune salate e persino la salsedine portata dal vento in riva al mare nei giorni di tempesta.
L’acqua dolce, in linea di massima, non danneggia il vostro treppiede, sempre che esso sia realizzato con materiali di qualità e non abbia subito abrasioni alle verniciature protettive del metallo. L’acqua salata invece è estremamente aggressiva nei confronti dei metalli presenti.
alluminio
Se adeguatamente trattato e protetto non risente in maniera particolare dell’acqua dolce, se non nel lungo e lunghissimo periodo. Il problema sorge nel momento in cui gli urti danneggiano il rivestimento protettivo ed espongono l’alluminio puro all’azione degli agenti atmosferici. Qui si possono avere principi di ossidazione e corrosione.
plastica/gomma
In linea di massima sono è i materiali meno sensibili all’acqua, sia dolce che salata.
ferro/acciaio
Al contrario della plastica, questo è il materiale più sensibile all’acqua, dolce e salata in particolare. Se si tratta di acciaio inox la sua resistenza è massima, ma non assoluta. Se si tratta di acciaio normale, o addirittura semplice ferro, la situazione è ben peggiore.
Solitamente il metallo non-inox viene trattato con procedimenti protettivi, come la verniciatura a polvere o la cromatura, ma anche qui, come per l’alluminio, se gli urti danneggiano il rivestimento esponendo all’aria il metallo puro… l’acqua fa il suo sporco lavoro!
ottone
Tende a ossidarsi, perdendo il suo colore giallo-oro e diventando bruno o verdastro. Sul lungo periodo può anche corrodersi.
resina + carbonio
La resina epossidica con fibre di carbonio è insensibile all’acqua.
Come proteggere il cavalletto dell’acqua
Se si tratta di acqua dolce non preoccupatevi troppo durante l’uso: di solito sono insolubili in acqua :) Sarà sufficiente asciugarlo bene alla fine, con un panno e poi vicino a una fonte di calore come un termosifone, oppure mettendolo sul tappetino dell’auto con l’aria calda attivata.
Se ti tratta di acqua salata – o, ripeto, anche la sola salsedine portata dal vento in riva al mare – dovete lavare tutto con abbondante acqua dolce e poi asciugare con cura. Assicuratevi di aver rimosso il sale dappertutto, in particolare all’interno delle gambe telescopiche se avete immerso il cavalletto nell’acqua salata.
Non usate grasso, silicone, spray, etc. perchè poi queste sostanze – essendo lubrificanti e oleose – impediscono il corretto serraggio dei morsetti che bloccano le gambe telescopiche.
Fate attenzione alla testa, ai suoi leveraggi e serraggi, perchè anche qui potrebbe insinuarsi del sale. In questo caso – dopo aver lavato con acqua dolce e asciugato bene – potete usare del grasso per lubrificare le parti che già di fabbrica lo hanno.
Proteggere il treppiede dalla sabbia
Anche la sabbia è nemica dei treppiedi fotografici. Sia perchè tende a insinuarsi all’interno delle gambe telescopiche, sia perchè si attacca al grasso dei leveraggi delle teste.
La caratteristiche peggiore della sabbia è di essere abrasiva e comportarsi quindi come fosse carta vetrata: mangia plastica e metallo, e danneggia i rivestimenti protettivi dei metalli. Ovviamente il danno massimo lo fa quando si insinua tra due superfici che scorrono tra loro, come le gambe telescopiche o gli elementi mobili della testa.
Purtroppo, quando si infila in questi posti diventa anche invisibile. Ce ne accorgiamo solo perchè notiamo apparire una strana resistenza o frizione, come anche un rumore di strofinamento o scricchiolio, che appaiono quando muoviamo le gambe telescopiche o la testa. A quel punto non resta che smontare l’elemento, pulirlo e rimontarlo.
Non insistete e non continuate a usarlo se vi accorgete di queste anomalie, perchè fate solo danni.
Oltre che in caso di caduta del treppiede nella sabbia, caso in cui è ovvio che ci sarà questo rischio, sappiate che la sabbia più fine vola col vento. Quindi in spiaggia, nelle giornate ventose la sabbia si infila dappertutto.
Un consiglio è quello di estendere le gambe del cavalletto vicino all’auto, lontano dalla spiaggia, e non muoverle durante la permanenza sulla sabbia. Tornati all’auto, pulitelo con cura e poi ritraete le gambe facendo attenzione a eventuali scricchiolii, segno di sabbia finita nei tubi.
Proteggere il treppiede dagli urti
Si, certamente è molto solido, ma gli urti non fanno affatto bene al cavalletto fotografico. Neppure i piccoli urti, anzi, soprattutto quelli.
Se un urto molto forte, tale da rompere una gamba, è un evento raro che tutti cercano di evitare, al contrario i piccoli urti contro rocce e altre superfici dure sono assai frequenti, ma possono creare abrasioni e incisioni sul metallo, portando via lo strato protettivo.
Questo mette il metallo nudo a contatto con l’aria e gli agenti atmosferici, esponendolo alla corrosione.
Per il trasporto in auto è suggeribile una borsa, di quelle apposite per cavalletto, spesso date in dotazione dal produttore all’acquisto. Oppure anche una sacca di tela molto spessa e robusta, ad esempio un jeans pesante.
Durante l’uso purtroppo si può fare affidamento solo sull’attenzione del fotografo. Al massimo su quei rivestimenti di gomma adesivi che si applicano a protezione di attrezzi da palestra.
Proteggere il treppiede dal calore
Tranquilli, il sole non fonde il treppiede :) Quindi usatelo senza paura anche nel solleone estivo.
Ma sappiate che ci sono fonti di calore, come stufe, focolari, bracieri, oppure situazioni lavorative con fiamma libera che possono mettere a rischio le parti in plastica e gomma. Tenete sempre il treppiede lontano da fiamme e fonti di calore molto intenso. Il discorso vale anche per i vulcani e la lava :)
Il composto resina+carbonio – inoltre – tende a essere infiammabile.
Stabilità del treppiede
Come tutti sanno i cavalletti fotografici hanno le gambe retrattili, ossia composte da varie sezioni, una piu sottile dell’altra, che si estendo in maniera telescopica. Questo per renderli facilmente trasportabili e maneggiabili.
Anzi, per renderli piu corti possibile nella posizione chiusa di trasporto, ossia con le gambe totalmente ritratte, si tende a dividere le gambe in molte sezioni, per averle il più corte possibile.
Questo però va a discapito della stabilità in posizione estesa.
Un treppiede con gambe divise in 3 sezioni è certamente più stabile di uno a 4 o 5 sezioni. E allo stesso modo influisce il diametro delle varie sezioni: più sono grandi i diametri dei tubi, maggiore è la sua stabilità.
Questo vale al momento della scelta del treppiede, ma anche nella fase di uso. Tenete quindi presente che è buona regola estendere le gambe dall’alto, ossia facendo uscire prima la sezione piu grande e poi le altre, man mano che servono. Se potete, evitate di far uscire l’ultima sezione, quella con i puntali di gomma, che è sempre la più sottile e che rende il tutto assai meno stabile.
Lo stesso discorso vale per i modelli di cavalletto con la colonna centrale estensibile. Utile, certamente per guadagnare in altezza, ma fonte di grande instabilità per la fotocamera, soprattutto se montate un pesante tele.
Evitate di usarla, se potete.
Come evitare danni al treppiede durante l’uso
Vediamo ora alcuni consigli utili per non danneggiarlo inavvertitamente durante il normale uso. In particolare su superfici soffici e sui pendii.
Usare il treppiede su neve, fango, sabbia, ghiaia
Usando il treppiede sulla neve tutti commettono un errore che può rivelarsi fatale per il nostro povero aiutante. Allargare le gambe fino al blocco e poi poggiarlo sulla neve. Ecco, non fatelo mai.
La neve – anche se compatta o coperta da ghiaccio – è comunque soffice (incoerente) e le gambe del treppiede sono tubi sottili che hanno la caratteristica di penetrare a fondo nei materiali di questo tipo.
Quando poggiate il vostro treppiede sulla neve (ma anche sulla sabbia, fango o ghiaia) risulterà del tutto instabile; sarete quindi costretti a spingerlo verso il basso cercando un appoggio solido per le sue gambe.
Appoggio che si raggiunge o arrivando fino al terreno solido che sta sotto, oppure compattando la neve fino a punto che offra resistenza sufficiente a mantenere ferme le gambe.
Ma quando andiamo a spingere verso il basso il nostro povero cavalletto, appunto per far si che le sue gambe trovino una qualche stabilità di appoggio, accade che la gamba si infili nella neve procedendo con la stessa angolazione con cui entra e questo porta le tre gambe a divaricarsi man mano che affondano, superando rapidamente la massima angolazione di apertura consentita dalla sua struttura fisica.
La prima cosa che accade – quando iniziamo a spingere verso il basso – è che le gambe flettono incurvandosi; poi, se continuiamo a spingere il cavalletto per cercare di renderelo stabile, la flessione può portare alla rottura di un giunto o al piegamento di un tubo. Danno grave che rende il nostro treppiede inutilizzabile.
Nella neve – come su tutte le altre superfici simili (sabbia, ghiaia, fango, etc.) – il treppiede va poggiato in terra semichiuso, ossia con le gambe in una posizione intermedia tra chiuso e aperto. Questo fa si che, scendendo verso il basso nella neve (o altro), le gambe si allarghino ma restando entro i limiti della massima posizione di apertura che possono raggiungere.
Usare bene il treppiede sui pendii
Quando siete su un pendio fate sempre molta attenzione a livellare il cavalletto, evitando di posizionarlo in maniera sballata, ossia inclinato verso valle. Questo perchè spesso non ci rende conto della sua pendenza… se non quando cade.
Inoltre, quando siete a fotografare su un pendio, ponetelo sempre con una gamba verso valle e le altre due parallele verso monte. Questo garantisce maggiore stabilità e sicurezza nei confronti di un possibile sbilanciamento.
Treppiede e fulmini
Il cavalletto fotografico, sia esso in alluminio o carbonio, è un ottimo conduttore di elettricità.
Forse voi non sapete, ma il fulmine lo sa benissimo, e ne approfitta volentieri. Scherzi a parte, in caso di temporale, sia in atto che in arrivo, sappiate di essere ad alto rischio di folgorazione da fulmine proprio per via del treppiede.
Soprattutto se vi trovate in un luogo aperto, quindi lontano da edifici, alberi, tralicci, il vostro cavalletto risulta essere la struttura conduttrice più alta sul terreno… praticamente un parafulmine.
Se un temporale sta arrivando, smettete di fotografare, riponete rapidamente il cavalletto e portatevi al sicuro. Al sicuro non vuol dire sotto un albero, ovviamente. Vuol dire dentro un edificio, una grotta o in auto.
Se il temporale vi prende di sprovvista, come a volte capita, con un fulmine che cade all’improvviso nelle vostre vicinanze, non esitate: togliete la fotocamera e stendete rapidamente il treppiede a terra. Poi richiudetelo e andate al sicuro.