Benvenuti in questo nostro tutorial dedicato a come impostare il tempo di scatto giusto per la nostra fotografia. Vi ricordo che questo tutorial fa parte di un tris dedicato alle impostazioni di base, ossia:

Questa mini raccolta si colloca nella serie “primi scatti”, rivolta a chi si sta avvicinando al magico mondo della fotografia.

Come impostare il tempo di scatto

Come impostare il tempo di scatto

Sapete tutti che la corretta esposizione di una fotografia si ottiene variando due parametri: tempo di scatto e diaframma.

In realtà, a differenza di quella analogica, la fotografia digitale permette di variare anche un terzo parametro, ossia gli ISO, la sensibilità della “pellicola”.

Ma nello specifico tutorial di questa miniserie, ossia come impostare gli ISO, abbiamo visto che il parametro sensibilità è l’asso nella manica da giocare solo quando davvero serve.

Restiamo quindi fermi al fatto che per avere la corretta esposizione della nostra scena, che vogliamo trasformare in foto, dobbiamo variare solo diaframma e tempo di scatto.

Cos’è il tempo di scatto

Il tempo di scatto, come dice la parola stessa, è il lasso di tempo in cui l’otturatore resta aperto, permettendo alla luce di raggiungere il sensore e generare l’immagine fotografica.

L’otturatore, per chi non lo sapesse, è fatto come la saracinesca del vostro garage. Si apre e si chiude scorrendo parallelamente al sensore.

In realtà la sua struttura è assai più complessa. Ma non vogliamo approfondire ora questo aspetto tecnico.

Basti sapere che, appunto come la saracinesca del garage, si aprirà al momento dello scatto, resterà aperta per la durata del tempo di scatto impostato, e poi si chiuderà.

Durata dei tempi

I tempi di scatto delle fotocamere variano, secondo lo standard usato nelle analogiche, con multipli e sottomultipli di 1 secondo.

Possiamo impostare un tempo di scatto lungo al massimo 30 secondi. Mentre il più breve dipende da vari fattori costruttivi della fotocamera, tra cui il sistema otturatore.

Nei modelli più sofisticati e performanti si arriva a 1/8000 di secondo (un ottomillesimo).

Come scala di tempi abbiamo quindi

  • 30
  • 15
  • 8 (non è la metà esatta di 15)
  • 4
  • 2
  • 1 secondo
  • 1/2
  • 1/4
  • 1/8
  • 1/15 (non è il doppio esatto di 8)
  • 1/30
  • 1/60
  • 1/125 (non è il doppio esatto di 60)
  • 1/250
  • 1/500
  • 1/1000
  • 1/2000
  • 1/4000
  • 1/8000 di secondo

Questa è la scala dei tempi nei modelli più evoluti. Non tutti infatti raggiungono il tempo di 1/8000.

Le fotocamere elettroniche, rispetto alle meccaniche, hanno aggiunto una possibilità molto interessante: le frazioni di tempo di scatto.

Badate, parliamo di fotocamere elettroniche rispetto alle meccaniche. Quindi questo passaggio è avvenuto già nell’era della fotografia analogica, con l’avvento dei corpi macchina elettronici.

Frazioni di tempi

Le frazioni di tempo possono essere, a seconda delle impostazioni scelte tramite menù della fotocamera, dei:

  • mezzi tempi
  • terzi di tempo

Quindi la nostra scala di tempi raddoppia o triplica i valori che possiamo scegliere.

Non passeremo più – per fare un esempio – da 15 a 30 secondi. Ma in mezzo troveremo il valore di 20 secondi (se abbiamo impostato i mezzi tempi) o i due valori di 20 e di 25 secondi se abbiamo impostato i terzi di tempo.

A che servono le frazioni di tempo?

La risposta è semplice: ad aumentare la finezza della regolazione.

Ma la domanda a cui è invece più difficile rispondere è: servono davvero?

Per esperienza posso dire che si, sono utili.

Sicuramente sono da preferire i mezzi tempi, che oggettivamente rendono la regolazione più fine e quindi più precisa rispetto ai tempi interi.

Sui terzi di tempo non saprei dire. Per me sono troppi e troppo fini. Rallentano il processo di regolazione e non offrono – per contro – un passaggio significativo tra uno e l’altro.

Personalmente consiglio di impostare su mezzi tempi.

Su cosa influisce il tempo di scatto

Dato che, per ottenere la corretta esposizione, possiamo agire tanto sui tempi quanto sui diaframmi, cerchiamo ora di capire se è il caso di preferire uno dei due parametri.

Ma, soprattutto, quale effetto provoca la loro variazione, in questo caso quando andiamo a impostare i tempi di scatto.

Quando andiamo a impostare il tempo di scatto, la sua velocità influisce molto sulla resa finale della fotografia, soprattutto in relazione a due fattori:

  • velocità di movimento del soggetto
  • stabilità della fotocamera

Vediamoli in dettaglio e con esempi specifici, che è quello che interessa.

Tempo di scatto e velocità del soggetto

Se il soggetto è in movimento è ovvio che per “congelarlo” – come si dice in gergo fotografico, ossia per bloccare il soggetto eliminando qualsiasi effetto mosso – dobbiamo usare un tempo di scatto molto veloce.

Veloce quanto?

Non esiste una regola. Perché tutto dipende dalla velocità di movimento del soggetto.

Se parliamo di una persona che cammina, allora basterà un tempo rapido, tipo 1/250 o 1/500. Se siamo davanti a una Formula Uno in gara è probabile che 1/4000 sia ancora un tempo troppo lento.

Quindi dovete pensare, provare e stabilire da soli al momento quale sia il “tempo di congelamento” adatto a quel particolare soggetto in moto.

Tempo rapido significa che l’eventuale mancanza di luce nell’esposizione lo dobbiamo recuperare con il diaframma. O, se non basta, alzando gli ISO.

Al contrario però, se vogliamo documentare quel movimento e avere quindi un evidente effetto mosso nella foto, allora dobbiamo ragionare al rovescio.

Ossia dobbiamo usare tempi molto lunghi.

Generalmente questo accade se vogliamo ottenere il famoso effetto seta nell’acqua che scorre, o sulle nuvole. Ma anche se vogliamo dare un senso dinamico a un qualsiasi soggetto in movimento.

Mentre nel caso dell’effetto seta si tende a usare sempre 30 secondi, o comunque il tempo lungo che più ci si avvicina, per ottenere l’effetto movimento in un soggetto dinamico torna il gioco la sua velocità di spostamento.

Se si muove normalmente, come una persona che cammina, useremo un tempo relativamente lento, diciamo nell’ordine tra 1/8 e 1 secondo. Se è più veloce aumenteremo la velocità di scatto, se più lento la ridurremo.

Molto dipende anche da quanto vogliamo enfatizzare l’effetto mosso che otterremo in foto. Anche qui servono prove e esperienza per decidere al momento come impostare il tempo di scatto giusto.

Tempo di scatto e stabilità della fotocamera

Il secondo fattore che influisce sulla velocità di scatto che usiamo è la stabilità della nostra fotocamera.

Se scattiamo a mano libera abbiamo un limite fisico abbastanza evidente: tenerla ferma. Per quanto possiamo pensare di essere fermi e stabili, la foto ci dimostrerà spesso il contrario.

E lo farà con il più subdolo dei difetti: il micromosso.

Si chiama così una leggerissima “sfocatura” che è in realtà è dovuta appunto a un micro movimento del complesso fotocamera – lente che ha “impastato” il soggetto. Lo ha reso meno nitido come se fosse sfocato.

Più la focale sarà lunga, ossia tele, maggiore sarà evidente questo problema.

Per evitare il micromosso abbiamo due possibilità.

  • tempo di scatto adeguatamente rapido
  • cavalletto

Tempi di scatto a mano libera

Se scattate a mano libera, per quanto possiate essere concentrati e bravi, esiste un limite fisico di “fermezza”.

Il naturale tremolio dei muscoli contratti, il respiro, i nostri movimenti per tenere l’equilibrio sono tutte funzioni naturali – di cui non ci accorgiamo – che inducono instabilità nella fotocamera.

Generalmente si suggerisce di non scattare mai a mano libera con un tempo inferiore (ossia più lento) di 1/125 di secondo. Questo anche se usate grandangolari.

Se state invece usando tele, diciamo da 70mm in su, allora state sempre su tempi di almeno 1/250 di secondo. Con un 300mm si consiglia addirittura almeno 1/500.

Stabilizzatore e tempi di scatto

Molti obiettivi, ma anche alcune fotocamere, hanno sistemi di stabilizzazione.

Si tratta di giroscopi interni che contrastano i movimenti del complesso fotocamera-lente e cercano appunto di ridurre il rischio micromosso nello scatto a mano libera.

Lo stabilizzatore genera una spinta uguale e contraria rispetto al movimento imposto dal nostro corpo alla macchina/obiettivo.

I produttori, che devono vendere, ovviamente magnificano questi sistemi di stabilizzazione e le loro prestazioni, garantendo recupero di 2 o anche 4 stop. Ma c’è un ma.

Come dicevamo, esiste un limite fisico che è appunto quello del nostro corpo fatto di carne e muscoli, non di marmo. Si muove, e non c’è modo di evitarlo.

Lo stabilizzatore permette certamente di recuperare qualcosa rispetto ai micro movimenti, ma a patto che la postura di scatto sia perfetta e stabile.

Diciamo che, se di regola a mano libera si dovrebbe scattare almeno a 1/125 di secondo, con lo stabilizzatore si può scendere a 1/60, magari se si è bravi anche a 1/30.

Ma non pensate che con lo stabilizzatore si possa scattare, ad esempio, a 1 secondo a mano libera.

Diciamo che lo stabilizzatore permette di recuperare 1 o 2 stop rispetto al tempo limite per il mano libera, quei valori che abbiamo appena visto sopra.

Naturalmente si presume che il fotografo sia fermo, in una postura comoda e stabile, fotocamera impugnata con due mani, gomiti al petto.

Tempi di scatto con il cavalletto

Il cavalletto invece è per vincere facile. Risolve ogni problema di stabilità della fotocamera e permette di scattare con qualsiasi tempo ci serva.

Ovviamente, se usate il cavalletto dovete scattare con uno scatto remoto, per non toccare il pulsante della fotocamera e generare una vibrazione.

Oppure con la funzione autoscatto, che lascia passare alcuni secondi tra la pressione del pulsante e lo scatto vero e proprio. Questo lasso di tempo permette al sistema fotocamera-lente di stabilizzarsi.

Inoltre regola base è quella di disattivare sempre lo stabilizzatore se usate il cavalletto.

Conclusioni

Ricapitolando, quando andiamo a impostare il tempo di scatto, bisogna ricordare che:

  • molto lungo (15 o 30 secondi) per avere effetto movimento enfatizzato di soggetti molto lenti, come ad esempio startrail o effetto seta
  • lungo (da ½ a 2 secondi) per avere effetto movimento su soggetti in movimento normale o veloce
  • rapido (più breve di 1/500) per congelare il movimento. La velocità del tempo di scatto dipende dalla velocità di movimento del soggetto.

E in base al come scattiamo dobbiamo ricordare che:

A mano libera si deve avere un tempo abbastanza rapido per evitare il micromosso:

  • dai grandangolari fino a un 70mm: almeno 1/125 di secondo
  • tele fino a 200mm: almeno 1/250 di secondo
  • 300mm: 1/500 di secondo

Lo stabilizzatore permette di recuperare 1 o anche 2 stop, ma rispetto a questi valori.

Su cavalletto si può scattare con qualsiasi tempo, ma a patto di usare lo scatto remoto o almeno l’autoscatto. Disabilitare sempre lo stabilizzatore se si scatta da cavalletto.