Intervista al fotografo Agostino Strangi.
La fotografia secondo Agostino Strangi
Quando e come ha scoperto la fotografia?
Il mio approdo alla fotografia è stato curioso. Da ragazzo mi fu regalata una macchina fotografica a pellicola, nulla di impegnativo ovviamente, una Olympus AF10. Una volta che finì l’epoca della pellicola, per molti anni la fotografia rimase solo un ricordo e la fotocamera finì nella soffitta, fino al giorno in cui conobbi Stefania Aiello, una carissima amica che mi mise una fotocamera in mano e mi incoraggiò a scattare “con cognizione di causa”.
Da lì tutto ha avuto inizio.
Ci racconti il primo approccio di Agostino Strangi a quest’arte.
Come ho detto, inizialmente era un passatempo. Da ragazzo mi sono trasferito molte volte in tante città italiane e la fotografia, probabilmente, rappresentava un modo per avere un ricordo di dove fossi stato. Non facevo altro che scattare foto ai monumenti in giro per le città in cui vivevo senza un reale scopo, era semplicemente divertente.
Ricorda la sua prima foto?
Quella che fanno tutti: fotografai la scatola della fotocamera [ride].
Qual è stato il suo percorso di crescita e apprendimento dell’arte fotografica?
Inizialmente, le prime basi per iniziare me le diede Stefania, in seguito mi iscrissi ad una scuola di fotografia e frequentai dei corsi serali a Firenze. Infine, sono passato alla lettura di manuali e libri.
Al momento mi sono prefisso di migliorare la gestione delle luci nelle inquadrature di still-life, per questo sto cercando di replicare scatti tecnicamente molto curati in modo da migliorare la mia tecnica.
E quali le sue tappe più significative?
Sicuramente le lunghe, lunghissime, telefonate con Stefania [ride], in seguito anche la scuola mi ha dato tanto.
Cosa rappresenta per Agostino Strangi la fotografia in termini emotivi?
Sembrerà curioso, ma nel corso del tempo per me la fotografia ha cambiato profondamente significato: da quando mi sono reso conto che la foto che scattavo poteva ritrarre un soggetto “come lo vedo io”, e non una semplice rappresentazione della realtà, da “foto ricordo” è diventata un mezzo attraverso cui mostrare qualcosa o qualcuno dal mio punto di vista.
E in termini pratici?
Tante spese [Rido]. A parte gli scherzi, è qualcosa che mi piace e che cerco di portare avanti con impegno e serietà.
Fotografa anche per lavoro o solo per diletto?
Solo per diletto. Per quanto abbia fatto qualche scatto ad amici per eventi o per promozione delle loro attività, la fotografia, nel mio caso, non è una fonte di guadagno.
Maestri e grandi fotografi di Agostino Strangi
C’è stato un incontro con qualcuno che si rivelato importante per la sua fotografia?
Importante in senso che se non ci fosse stato non avrei intrapreso questa strada? Sì, come ho detto è stata Stefania. Tutto è cominciato grazie, o per colpa [ride], sua.
Ha avuto un vero e proprio “maestro” che l’ha aiutata a crescere?
No, è una figura che non ho mai desiderato cercare.
Gli scatti di Agostino Strangi
Che cosa le piace fotografare?
Se dovessi decidere un tema per definire le mie fotografie, direi che mi piace fotografare le persone e le loro passioni.
Qual è il suo soggetto preferito?
I miei soggetti preferiti sono le persone e gli oggetti che essi creano, in particolare il cibo e le piccole opere di artigianato, specie quelle in metallo.
E il genere?
Ritratto e still-life, includendo anche quella che viene chiamata “food-photography”.
Ci racconti il suo concetto di inquadratura
Ho un concetto di inquadratura abbastanza minimalista. L’inquadratura deve comprendere gli elementi essenziali della composizione senza includere “inutili distrazioni” per l’occhio. Per questo, nei ritratti preferisco i primissimi piani che inquadrano solo il volto, le mezze figure ed i mezzi busti. Per quanto riguarda un soggetto di still life, cerco un inquadratura quanto più simile al normale punto di vista di un osservatore, preferendo giocare sulla composizione e sulle simmetrie.
Che tipo di luci preferisce?
Nulla sostituisce la luce naturale, specie nel ritratto.
Quante volte al mese esce per fotografare?
Tra lavoro ed impegni vari, riesco a scattare solo nel week end, generalmente 2-3 volte al mese.
Preferisce uscire da solo o in gruppo?
In gruppo, con gli amici: ci si diverte di più.
I luoghi che preferisce fotografare?
Preferisco i posti con qualcosa da raccontare, luoghi vissuti dove tante storie si sono incrociate. Da questo punto di vista, la città dove vivo (Firenze) offre occasioni ideali.
Quelli che sogna di andare a fotografare?
Da quando sono stato in Molise ed ho visto di persona un trabocco, sogno di fotografarne uno. Purtroppo, da quanto mi hanno detto, in nessuno dei trabocchi si pratica ancora la pesca e, quindi, lo scatto che ho in mente probabilmente resterà tale.
Usa il bianco/nero con il digitale? Se sì, ci parli di questa tecnica e di come la interpreta.
Sì, nel ritratto uso il b/n in modo da mettere in evidenza elementi del viso e dell’espressione, che passerebbero in secondo piano in un contesto “colorato”. A volte provo a fare qualche scatto in infrarosso e, anche in quel caso, sfrutto il b/n per dare tridimensionalità alle forme.
Agostino Strangi e la post-produzione
Che cosa pensa in generale della post-produzione?
Che è semplicemente uno dei passaggi del flusso di lavoro di una foto, null’altro. Questo per me significa due cose: la prima è che non si sostituisce alla pianificazione di uno scatto, ovvero che una foto concettualmente sbagliata non acquista valore perché ben post-prodotta; la seconda è che la post-produzione non può essere il soggetto della foto e, qualora dovesse diventarlo, potrebbe essere il caso ripensare completamente lo scatto.
Quali sono, secondo lei, i limiti etici della post-produzione?
Questa è una bella domanda, in particolare riguardo ai miei soggetti fotografici preferiti. Secondo me, la questione si riduce al motivo per cui la foto viene scattata. Ad esempio, un ritratto scattato durante un evento o un matrimonio è essenzialmente un ricordo. Tutti ricordiamo noi stessi al meglio in un momento felice, talvolta un beauty un po’ più spinto avvicina lo scatto all’auto-percezione di sè.
Quando, invece, si parla di foto scattate con un fine promozionale – che siano ritratti, foto still-life o panorami -, secondo me sarebbe opportuno limitare il miglioramento a canoni più realistici, visto che da queste foto si generano desideri ed aspettative del pubblico. Non ritengo sia eticamente corretto usare la post-produzione per illudere.
E’ lecito intervenire in maniera molto decisa ed evidente per migliorare luci e toni di una foto?
Lecito lo è, mica è un crimine! Il discorso è se il risultato finale sia esteticamente gradevole, oppure no.
Per come la vedo io, noi esseri umani siamo abituati a vedere un certo tipo di scene, con certi giochi di luce/ombra, certe tonalità e sfumature di colore. In una “normalità idealizzata”, noi percepiamo il “gradevole”, mentre una buona post-produzione esalta senza strafare. Una post-produzione molto aggressiva può stravolgere gli equilibri che caratterizzano “il reale”, ed è un attimo a passare dal piacevole al “Non ho mai visto cose del genere. Questa foto è stata scattata su Marte?”.
In che formato scatta?
Raw.
Che software usa per la post-produzione?
Lightroom e Photoshop.
Che tipo di interventi fa di solito in PP?
Per le foto di still life essenzialmente lavoro sulle curve e sul colore, mentre per i ritratti si va dal semplice fluidifica-ritocco al beauty più intensivo con la separazione delle frequenze.
Utilizza tecniche speciali come HDR?
Sì, talvolta; non scatto molti paesaggi ma, quando capita il panorama giusto, non mi costa nulla mettere da parte una serie di scatti. Dopotutto, questa è una grande comodità della fotografia digitale.
Informazione
Legge riviste di fotografia?
Capitava spesso in passato, ora molto meno. Ad esempio, leggevo “PhotoProfessional Canon Edition” più che altro per le recensioni ed i confronti tra gli obiettivi.
Consulta siti web di fotografia? Se sì, ne consulta alcuni in maniera abituale come riferimento?
Seguo pochi siti web, più che altro mi interesso di discussioni su forum Italiani ed Americani. In genere, preferisco i tutorial video, spesso su Youtube, per imparare qualche nuova tecnica di post produzione.
Partecipa a workshop o seminari?
Compatibilmente con il tempo a disposizione, più che volentieri.
E fa parte di una associazione del settore?
No, non ancora.
Va a fiere e saloni di fotografia? Se sì, li trova utili?
No, non mi è ancora mai capitata occasione.
Fa parte di gruppi social di fotografia? Se sì, quali?
Si, sono admin insieme ad altri amici di un gruppo di fotografia che si chiama “Fotografia Insieme”. E’ un bel gruppo, c’è un bel clima stimolante ed aperto a tutti.
Li considera utili per crescere fotograficamente?
Molto utili, assolutamente. Mentre una foto, una volta scattata, è immobile, la fotografia è un arte in costante cambiamento. Confrontarsi, scambiare idee, tecniche, fondere concetti per generare nuove combinazioni è la base della creatività; da tale punto di vista, Internet ed i social network hanno dato ai fotografi (e più in generale a tutti) uno strumento che permette che tutto ciò avvenga in modo più rapido di quanto fosse possibile in passato. Sta solo a noi decidere di utilizzare questa possibilità in modo sterile alimentando polemiche fini a se stesse, oppure in modo costruttivo per accrescere il proprio bagaglio culturale e di esperienze, instaurando discussioni produttive con altri fotografi.
Mostre di fotografia
Visita mostre di fotografia?
Quando posso, seguo tutte quelle che organizzano a Firenze.
Se sì, quali sono quelle che ha apprezzato di più in assoluto?
Quella che ha lasciato più il segno, in parte anche per la biografia del fotografo, è stata quella su Robert Capa organizzata parecchi anni fa dalla Fondazione Alinari.
Qual è stata l’ultima visitata?
Una mostra di macrofotografia e microfotografia di Massimo Brizzi a gennaio di quest’anno (2019).
Le attrezzature di Agostino Strangi
Al momento, quali fotocamere usa?
Canon 5D Mk III.
E quali obiettivi?
Tamron 90 mm f /2.8; Tamron 24-70 mm f/2.8; Tamron 15-30 mm f/2.8; Canon 50 mm f/1.8.
L’obiettivo che usa più spesso?
Il 90 mm per i ritratti, e il grandangolo per il food.
Quali flash, se li usa?
Prima usavo una luce fissa e due flash Canon 430EX con ricevitore e trigger radio, ora sto passando a pannelli led a batteria. E’ più pratico e permette di vedere immediatamente il risultato senza dover scattare.
Qual è stata la sua prima macchina?
La mia prima macchina è stata una Olympus AF10 a pellicola, a pensarci mi viene ancora da sorridere.
Come si è evoluta nel tempo la sua attrezzatura?
Dopo parecchi anni mi fu regalata una bridge Canon 130 IS, che usai per qualche tempo, successivamente venne la prima reflex, la Canon 600D. Di quella camera ricorderò sempre la comodità dello schermo orientabile e la pessima gestione del rumore ad alti ISO. Ma passò anche il tempo di quella camera, lasciando il posto alla mia attuale Canon 5D Mk III.
Per quanto riguarda i cavalletti, alterno un mini-cavalletto tascabile ad un un Manfrotto 055 in alluminio e testa a cremagliera, passando per un cavalletto di medie dimensioni in fibra di carbonio. Con il tempo, ho acquisito anche un minimo di attrezzatura da studio fotografico casalingo, un tavolino da still-life, luci, una coppia di stativi e fondali.
Ha mai fatto un cambio integrale di marca? Se sì, perché?
No, secondo me un cambio totale di marca o è dettato da sopraggiunti limiti oggettivi della strumentazione, oppure non penso sia giustificato. Per come la vedo io, la fotocamera migliore per un fotografo è quella che si riesce a sfruttare al meglio, tenendo conto del proprio livello e delle specificità della macchina. Il resto è marketing.
Dove acquista di solito le attrezzature? Fa spese online?
Generalmente tramite Amazon, con possibilità di reso in caso di difetti. Ma è anche capitato abbia acquistato da negozi fisici.
La pellicola
Ha mai lavorato in pellicola? Se no, sei interessato a provare?
Ho scattato su pellicola ma non avevo certamente le conoscenze attuali, pertanto, sì, sarei molto interessato a provare sia la pellicola che lo sviluppo in camera oscura.
Info di contatto
- Nome: Agostino
- Cognome: Strangi
- Città: Firenze
- FB profilo: https://www.facebook.com/agostino.strangi.2