La fotografia secondo Mel
D. Quando e come ha scoperto la fotografia?
R. Ho scoperto la fotografia verso i 6 anni. Mi regalarono la prima macchina usa-e-getta. Verso i 9 anni ho ricevuto la mia prima vera macchina fotografica. Era una polaroid.
D. Ci racconti il suo primo approccio a quest’arte:
R. Ero molto piccola, era un approccio molto intuitivo
D. Ricorda la sua prima foto?
R. La prima in assoluto no. Però ricordo la mia prima foto di cui sono andata fiera. Avrò avuto 8 anni, ero in montagna con i miei genitori e mia sorella, e avevo con me l’immancabile macchina usa-e-getta. scattai una foto a mia sorella che si era avvicinata ad una cornacchia su una balaustra. Poi l’uccello volò via.
Quando feci stampare le foto notai di aver immortalato mia sorella di profilo con la cornacchia che si stava alzando in volo e la sovrastava. Ne vado ancora molto fiera.
D. Qual è stato il suo percorso di crescita e apprendimento dell’arte fotografica?
R. Sono un’autodidatta. Non sono ho avuto un percorso formale. Ho osservato il più possibile, il mio lavoro e quello dei fotografi che ammiro, e ho cercato di apprendere quanto più ho potuto.
D. E quali le sue tappe più significative?
R. Avendo abbandonato la fotografia per tutta l’adolescenza, credo la tappa più significativa sia stata qualche anno fa: quando mi sono ritrovata con la mia prima reflex in mano, comprata mettendo da parte lo stipendio. E riavvicinandomi da zero alla macchina fotografica e alla fotografia.
D. Cosa rappresenta per lei la fotografia in termini emotivi?
R. Dipende, alcune foto hanno una nascita emotiva. Sono immersa in un determinato ambiente e la foto mi aiuta a fermare quell’istante e le sue particolari sensazioni. Altre foto non nascono da un’emozione ma più razionalmente, con la necessità di comunicare qualcosa. Hanno una nascita più tecnica.
D. Fotografa per lavoro o per diletto?
R. sto cercando di farne un lavoro
Maestri e grandi fotografi per Mel
D. C’è stato un incontro con qualcuno che si rivelato importante per la sua crescita?
R. Molti incontri avvenuti per mezzo della fotografia si sono rivelati importanti per la mia crescita. Le persone con cui scatto spesso si rivelano fondamentali per la riuscita dello shooting.
D. Ha avuto un vero e proprio “maestro”?
R. Il mio unico maestro in questo campo è mio padre, le basi della fotografia e della macchina fotografica me le ha insegnate lui. Da giovane girava i concerti in Italia, insieme ad un amico. La sera scattava 5/6 rullini a concerto, poi tornavano a casa di notte, si chiudevano in bagno che avevano adibito a camera oscura, sviluppavano e stampavano le foto e poi tentavano di venderle ai giornali. Sono sempre stata affascinata da questa storia.
Gli scatti di Mel
D. Cosa le piace fotografare?
R. Quando ho la macchina in mano fotografo tutto ciò che rapisce il mio sguardo.
D. Qual è il suo soggetto preferito?
R. L’essere umano
D. Che tipo di luci preferisce?
R. la luce naturale
D. Usa il bianco/nero con il digitale? Se sì, ci parli di questa tecnica e di come la interpreta.
R. Si, lo uso spesso, anche se sono un’amante dei colori. Con il digitale posso apportare tutte quelle modifiche che non posso fare sulla pellicola, causa la mancanza di una camera oscura.
Mel e la post-produzione
D. La sua opinione sulla post-produzione:
R. Buona. È una parte importante del confezionamento della foto
D. Quali sono, secondo lei, i limiti etici alla post-produzione?
R. Credo che i limiti etici dipendano dal valore, dal messaggio e dall’utilizzo della foto. Nel reportage, nella fotografia documentaria, il limite esiste. In questo caso la foto dovrebbe essere una riproduzione oggettiva della realtà, il limite è la veridicità della foto.
Nel caso in cui l’utilizzo sia puramente artistico, non ritengo ci siano dei limiti nella post-produzione. L’immagine potrebbe anche essere la sovrapposizione o il collage di più foto e il messaggio e il valore non sarebbero alterati dall’editing.
D. E’ lecito intervenire per migliorare luci e toni di una foto?
R. Secondo me si. Parte di ciò che oggi facciamo con la post-produzione digitale prima si effettuava in camera oscura.
D. Che tipo di interventi fa di solito?
R. Dipende su che tipo di foto sto lavorando
Mel:RAW, JPG e TIF
D. In che formato scatta di solito?
R. Raw
D. Ha mai provato con LightRoom? Se sì, cosa ne pensa?
R. Mai provato
Informazione
D. Legge riviste di fotografia?
R. Quando mi capitano tra le mani. L’ultima mi è stata regalata pochi giorni fa da una mia amica, è una rivista francese
D. Consulta siti web di fotografia?
R. Consulto molti siti web di fotografi che ammiro. Uno che seguo spesso è quello di Sara Lando. A volte passo sul sito e sul forum della Nikon. Frequentemente mi ritrovo a passeggiare virtualmente nella sezione fotografica del National Geographic.
D. Va a fiere e saloni di fotografia?
R. Ci sono stata poche volte
D. Cosa ne pensa, li trova utili?
R. Sono utili per la conoscenza di nuovi strumenti tecnici e per acquistare o vendere dell’usato.
Mostre di fotografia
D. Visita mostre di fotografia?
R. Spesso.
D. Quali sono quelle che ha apprezzato di più in assoluto?
R. Quelle del National Geographic le trovo meravigliose. L’ultima di Steve McCurry a Roma era splendida anche nell’allestimento.
D. Qual è stata l’ultima visitata?
R. T.R.I.P Travel Routes In Photographyai Mercati di Traiano. Una mostra splendida, “on the road” con quattro fotografi: Giancarlo Ceraudo, Cristina De Middel Simon Norfolk ed Ealine Ling.
D. La mostra che vorrebbe vedere?
R. La prima che mi viene in mente sarebbe una mostra di Ryan McGinley.
Le attrezzature di Mel
D. Attualmente, quali fotocamere usa?
R. Per il digitale una reflex Nikon professionale. Per l’analogico una Minolta x700 e una Diana F+
D. E quali obiettivi?
R. 50 mm per la digitale e 50mm per l’analogica
D. Quali flash?
R. SB 700
D. Qual è stata la sua prima macchina?
R. Dopo la Polaroid una Asahi Pentax Spotmatic
D. Ha mai fatto un cambio integrale di marca? Se sì, perché?
R. Mai da quando scatto in digitale
D. Dove acquista di solito le attrezzature? Fa spese online?
R. normalmente da Sabatini. Spese online per l’attrezzatura non le ho ancora mai fatte.
Mel e la nostalgia della pellicola
D. Lavora ancora in pellicola?
R. Si. Purtroppo non ho una camera oscura, devo farle stampare da qualcun altro, quindi non posso poi influire sulla foto in termini di contrasto, scale di grigi ecc. se potessi farlo userei la pellicola più spesso.
Info di contatto
- Nome: Mel
- Città: Roma
- Email: mel.mutusliber@gmail.com
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