Tecnica dell’iperfocale
Benvenuti in questo tutorial dedicato a un soggetto fotografico tanto popolare quanto misterioso: l’iperfocale.
Se ne parla molto e viene citata di frequente come “la soluzione”, ma spesso a sproposito o senza sapere bene cosa sia realmente.
Iniziamo quindi dicendo che si collega direttamente a un fattore tecnico che è di grande importanza nella fotografia in generale, ma è addirittura fondamentale in settori specifici come la macro – in primis – e il paesaggio.
Parliamo della profondità di campo, uno degli “strumenti” principali che un fotografo ha a disposizione per realizzare fotografie di grande impatto visivo.
A cosa serve la profondità di campo
La si gestisce in maniera specifica per ottenere due tipologie di situazioni:
- soggetto nitido e tutto il resto indistinto
- tutto nitido, dal primissimo piano allo sfondo
Nel ritratto, ad esempio, si opta per la prima scelta al fine di esaltare il soggetto e far svanire lo sfondo.
Mentre nella macro, come anche in certe fotografia di paesaggio con il grandangolare, si cerca di avere la massima nitidezza su tutti i piani
Ora sappiamo che la profondità di campo dipende direttamente da due fattori:
- focale della lente
- diaframma usato per lo scatto
Sappiamo anche che per avere la massima profondità di campo si chiude tutto il diaframma, per averla minima si apre.
Inoltre, più la lente è grandangolare, maggiore è la sua profondità di campo nativa su cui va ad agire la chiusura del diaframma.
Ma se la prima situazione, ossia soggetto nitido e sfondo indistinto è facile appunto da ottenere, perché basta aprire il diaframma e mettere a fuoco sul soggetto, la seconda è più complessa da gestire in termini pratici.
Problematiche della messa a fuoco
Infatti non possiamo sapere quanto sia ampia la profondità di campo con quella lente a quel diaframma. E, anche mettendo accuratamente a fuoco sul soggetto, non possiamo affatto essere sicuri di avere tutto il resto a fuoco.
Si, possiamo ricorrere al tasto che chiude temporaneamente il diaframma al valore impostato, e valutare a vista, ma è una valutazione empirica e non affidabile.
Dobbiamo per forza fare uno scatto e controllare ingrandendo la scena al 100%. Ma se nonostante tutto, non tutto è nitido… che fare?
Viene in nostro aiuto il concetto di iperfocale, l’argomento di questo tutorial.
Che cos’è l’iperfocale?
L’iperfocale è una tecnica di messa a fuoco che permette di avere a fuoco tanto il soggetto in primo piano quanto lo sfondo.
Ovviamente per usarlo è necessario essere in modalità fuoco manuale.
La definizione tecnica di iperfocale è:
La distanza di messa a fuoco che permette di ottenere la maggiore profondità di campo utile resa possibile dalla combinazione focale dell’obiettivo / diaframma impiegata.
In pratica significa che non metteremo a fuoco sul soggetto, ma a una distanza teorica x, che sarebbe appunto l’iperfocale di quella combinazione lente/diaframma.
Mettendo a fuoco a quella distanza, la nostra fascia nitida garantita dalla profondità di campo sarà posizionata in modo da avere nitido sia il primo piano che lo sfondo. O tutto il soggetto nel caso di macro.
Come dicevamo prima, con focali ampie, ossia grandangolare o super grandangolare (da 20mm in giù, comprendendo anche i fisheye), sarà molto più semplice ottenere immagini completamente nitide con l’uso dell’iperfocale.
Questo perché la profondità di campo nativa di queste lenti è già di per se molto ampia. Cosa che non avviene invece nei tele.
Diaframma
Naturalmente, il secondo fattore da considerare in questa tecnica è il diaframma.
Nelle foto dove l’iperfocale può fare la differenza si ricorre alla chiusura del diaframma per aumentare la profondità di campo nativa della lente, ma sempre considerando che più viene chiuso ai valori massimi, maggiori emergono i difetti della lente.
Sappiamo infatti che generalmente le lenti lavorano meglio con diaframma nella fascia di valori tra f8 e f11. Ci si può spingere anche a f16 senza grossi rischi, ma salire a f22 o f32 comporta di solito una caduta di qualità dell’immagine.
Come si calcola l’iperfocale
Una volta capito cosa sia l’iperfocale e quali sono le sue variabili, andiamo a scoprire come si calcola questa distanza X cui mettere a fuoco.
Ci si basa su una formula matematica che permette di calcolare l’iperfocale di un qualsiasi obiettivo.
H= f ² / (N*c)
I parametri della formula sono:
- H distanza iperfocale misurata in mm
- ƒ lunghezza focale della lente usata
- N apertura del diaframma utilizzato
- C “circolo di confusione”
Quest’ultimo parametro ha valore:
- APS-C: 0,016mm
- full-frame: 0,026mm
Vediamo ora un esempio di calcolo dell’iperfocale.
Supponiamo di voler fare uno scatto di paesaggio con un 20mm su una full frame, usando una apertura f8.
La distanza iperfocale sarà uguale a 20*20 / 8*0,026
Il risultato è 1923 mm, ossia 1,9 metri dalla fotocamera. Questa è la distanza cui dobbiamo mettere a fuoco per avere tutto nitido.
Anche se gli smartphone hanno la funziona calcolatrice, suggeriamo di usare le specifiche app per il suo calcolo sul campo.
App per calcolo
Sono molto utili per calcolare l’iperfocale e si possono trovare sia per smartphone android che per iphone.
Le app più comuni per android che si scaricano da google play sono
- DOF and Hyperfocal Calculator
- FotoTool
- HyperFocal Pro
- DSLR Tools
Per apple suggeriamo:
- Calcolatrice Iperfocale
- Iperfocale The Eye Feel (a pagamento)
- SetMyCamera
Naturalmente sono solo alcune tra le esistenti.
Limiti
Il limite di questa tecnica, molto diffusa in passato con la fotografia a pellicola, sta nel fatto che dobbiamo capire come mettere a fuoco esattamente alla distanza iperfocale, ossia quella emersa dalla formula.
Lo si può fare facilmente con la scala metrica, se esiste sulla lente in uso e se riporta la distanza che ci interessa.
I vecchi obiettivi avevano ottime scale metriche della messa a fuoco ben visibili sul barilotto. Quelli moderni invece non sempre la riportano e se la riportano spesso non è cosi chiara e dettagliata.
Ma se non possiamo mettere manualmente a fuoco alla distanza x usando la scala metrica della lente, vi accorgerete che non è affatto facile capire dove si trova il punto di distanza esatto su cui focheggiare.
Servirebbe un piccolo misuratore laser di distanza, con cui trovare sulla scena un punto che sia alla distanza iperfocale e su cui poi mettere a fuoco.
Se non lo avete, cercate di valutare la distanza con altri mezzi, come i passi, ad esempio.
Iperfocale empirica sul campo
Ma se non vogliamo o non possiamo usare correttamente la tecnica iperfocale sul campo, quello che conta è che abbiamo compreso cosa sia e come agisca.
Sappiamo che per avere tutto nitido possiamo contare su una “fascia di nitidezza” che si estende “prima” e “dopo” la distanza di messa a fuoco. E che essa si sviluppa per un terzo verso di noi e per due terzi oltre il punto di messa a fuoco.
Sappiamo inoltre che la sua ampiezza varia con l’apertura del diaframma.
Possiamo quindi anche cercare di gestirla in modo empirico, ossia senza calcoli.
Un metodo, ma ripeto… molto empirico, è quello di mettere a fuoco sulla linea del terzo inferiore dell’inquadratura. Questo naturalmente con grandangolari e un diaframma almeno a f11.
Con il live view
Oppure potete usare il live view, ingrandendo la visione al 50%. Mettete a fuoco in un punto intermedio e andate a controllare la nitidezza, tanto nelle aree di primo piano quando sullo sfondo.
Se uno dei due estremi non è nitido, spostate la messa a fuoco verso quella direzione. Se la profondità di campo non dovesse bastare potete chiudere il diaframma di uno o più stop.