Oggi, in un modo o nell’altro, si è segnata una parte di storia, almeno per quanto riguarda il mondo della fotografia.

Come i lettori più attenti ricorderanno, avevamo già accennato al 30 dicembre 2010: una data come tante eppure no, come poche e destinata ad aprire storie di grandi rimpianti.

Questa sera a mezzogiorno americano, corrispondente alle 19.00 italiane in punto, avverrà il processo di sviluppo dell’ultimissimo rullino Kodachrome della storia.

Anche il luogo è piuttosto indicativo; si tratta infatti dell’ultimo laboratorio fotografico al mondo ad operare sulla pellicola classica e storica che nemmeno la Kodak, storica marca del mondo della fotografia, produce più dal 2009.

Dal 1935, la Kodachrome ha fatto la storia della fotografia, senza mezzi termini: è stata usata da tutti i più grandi fotografi, nomi celebri, e specialmente quelli naturalisti, ammaliati dalla qualità dei dettagli altissima ed inimitabile.

I colori, inoltre, rappresentano un’altra caratteristica impossibile da riprodurre; nonostante svariati tentativi, per la verità tutti vani, nessun processo digitale fotografico è riuscito ad eguagliare e rimane il dubbio che ciò sia mai possibile.

Inoltre, la Kodachrome è stata la prima pellicola a colori destinata al grande pubblico e fatta apposta per un uso quasi quotidiano, al contrario delle prime pellicole altrimenti proibitive sia a livello di prezzi sia di utilizzo per un non – professionista.

Con essa, si è chiusa l’epoca della grandi stampe in bianco e nero per le foto di famiglia che, tuttavia, rischiano di diventare un antenato a cui rifarsi quando si parla della grande fotografia, come spiegato in un ottimo articolo di Repubblica ieri.

Dunque è ufficiale: l’ultimo rullino sarà processato al Dwayne’s Photo, l’ultimo laboratorio fotografico in tutto il globo ad avere ancora un’apparecchiatura K – 14, l’unica adatta allo sviluppo delle pellicole Kodachrome, e situato a Parson, una ridente cittadini di appena 11.000 anime nel cuore del Kansas.

Nelle scorse settimane, come raccontato dal New York Times, decine e decine di fotografi, accompagnati da migliaia di rullini, sono giunti in questo angolo della prateria americana al confine con l’Oklahoma.

Uno tra questi era Jim DeNike, 53 anni, ferroviere in carriera che ha speso parte dei suoi risparmi, circa 15.798 dollari per lo sviluppo di ben 1.580 rullini, equivalenti ad un totale di circa 50mila diapositive, tutte riguardanti il mondo dei treni.

Dopo pochi minuti, come in una perfetta radiocronaca stile calcistica in tempo reale, si è presentato uno sconosciuto artista londinese, Aliceson Carter di 42 anni, che si è precipitato dall’Inghilterra con il primo volo disponibile e con un auto a noleggio presa all’aeroporto di Wichita, è accorso a Parson per fare sviluppare tre rullini e fotografarne altri cinque prima che la K – 14 venga spenta nel suo sonno irrimediabile e venduta come rottame, o meglio, come cimelio.

Contrariamente alle voci che circolavano, l’ultimo rullino processato sarà quello di Dwayne Steinle, proprietario e fondatore del laboratorio di Parson.

Sappiamo già che l’ultima foto, sarà un’immagine di gruppo di tutto lo staff all’ingresso del suo negozio.


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