Benvenuti in questo tutorial di approfondimento che spiega tutto sulla possibilità di modificare la fotocamera infrarosso o full spectrum: quali sono le differenze delle due scelte, vantaggi e svantaggi, limiti tecnici, ma soprattutto precauzioni e regole per non fare errori in un passaggio tecnico molto delicato.

Perchè modificare la fotocamera
Sul mio tutorial introdutivo alla fotografia infrarosso sono spiegati – in linea generale – i motivi per cui è necessario modificare una fotocamera se si vuole fare questo genere di immagini con un livello qualitativo elevato. Non guasta però riassumere qui il concetto.
I sensori delle fotocamere sono fisicamente in grado di “vedere” sia la luce visibile (ossia i colori che il nostro occhio percepisce), sia le lunghezze d’onda che si trovano prima e dopo la fascia del visibile, ossia ultravioletto e infrarosso. Ma siccome, per l’appunto, il nostro occhio non vede queste ultime ma solo il “visibile”, i produttori applicano sul sensore un filtro di fabbrica che blocca tanto UV quanto IR.
Lasciando passare solo il visibile, esso permette al sensore di creare una immagine identica alla realtà che viene vista dai nostri occhi.

Per fare fotografia infrarosso è ovvio come sia necessario rimuovere questo filtro (destinato a bloccarlo).
L’operazione di rimozione viene chiamata appunto “modifica della fotocamera” e comporta, non solo l’eliminazione del filtro di fabbrica (il blocca UV/IR), ma la sua necessaria sostituzione con un “qualcosa” che abbia stessa forma e spessore.
Qui le strade si dividono.
Modificare la fotocamera infrarosso o full spectrum
Esistono infatti due possibilità di rimpiazzo del filtro originale di fabbrica:
- vetro ottico trasparente
- filtro passa infrarosso
Vediamole nel dettaglio
Se al posto dell’originale mettiamo un vetro trasparente, ovviamente di altissima qualità ottica e che non introduca difetti, avremo la modifica full spectrum. Dal nome si intuisce che, a quel punto, scattando una foto il sensore vedrà i colori del visibile come prima, ma anche ultravioletto e infrarosso. Per questo il nome full spectrum ossia “ampio spettro”.
Se invece sostituiamo il filtro di fabbrica con uno che lascia passare solo infrarosso, allora avremo l’altra modifica. Si tratta in questo caso di un “passa banda”, che permette quindi solo il passaggio della luce sopra o sotto una lunghezza d’onda specifica, detta “di taglio”.
La scelta di quale modifica fare è molto importante, anche perchè non è reversibile. Una volta fatta non si torna indietro.
In realtà esiste anche una terza possibilità, ossia la sostituzione dell’originale con un filtro che lascia passare solo le lunghezze d’onda che interessano l’astrofotografia, ma si tratta di una modifica molto specifica e destinata solo a chi fa esclusivamente quel genere di riprese. Per cui non la approfondiamo in questo tutorial.
Pro e contro tra modificare la fotocamera infrarosso o full spectrum
Dopo aver visto in cosa consistono le due modifiche che ci interessano, andiamo a vederne pro e contro, vantaggi e svantaggi reali per poter scegliere bene e trovare quella che fa per noi.
Vantaggi e svantaggi della modifica full spectrum
Il vantaggio principale, e vi assicuro che non è cosa da poco, è la flessibilità.
La modifica full spectrum rende la fotocamera in grado di fare tanti tipi di fotografia:
- UV puro
- IR puro
- IR+parte del visibile
- full spectrum (UV+visibile+IR)
- astrofotografia
Lo svantaggio è insito nel come si possono fare i vari tipi di fotografia: applicando un apposito filtro davanti alla lente dell’obiettivo.
Quindi, il contro di questa modifica è che si devono poi comprare i vari filtri che vogliamo usare. Non si tratta certo di un dramma, perchè non hanno costi inavvicinabili, ma comunque vanno acquistati e montati di volta in volta.
Fotografia full spectrum
Senza alcun filtro aggiuntivo la fotocamera scatta immagini full spectrum (UV+visibile+IR), che offrono eccellenti possibilità creative, soprattutto con adeguate post produzioni.
Filtro passa ultravioletto
Con un filtro che permette il passaggio del solo ultravioletto si può fare un genere di fotografia molto particolare, detta appunto fotografia in luce UV (cosa del tutto diversa dalla UVIVF – UltraViolet Induced Visibile Fluorescence), che offre risultati surreali soprattutto sui ritratti.
La fotografia in luce ultravioletta cattura l’immagine della realtà registrando sul sensore solo la luce UV riflessa dal soggetto, e serve appunto una fotocamera modificata con filtro passa. Nella UVIVF si usa una fotocamera normale che registra la fluorescenza nel visibile provocata nel soggetto da un fascio di luce UV pura.
Filtri passa infrarosso
Abbiamo infine i filtri passa infrarosso, che sono disponibili in una ampia gamma di “tagli”; ciascuno permette una diversa resa visuale e cromatica della realtà.
Si identificano con un numero accompagnato dall’unità di misura Nm, ossia nanometri, che indica la lunghezza d’onda di taglio: lasciano passare solo la luce con lunghezza d’onda maggiore di quel valore.

In linea di massima essi si dividono in due gruppi: quelli che lasciano passare solo infrarosso (sono quelli con taglio da 720 Nm in su) e quelli con taglio più basso (valore numerico minore di 720), che invece permettono anche il passaggio di una parte di luce visibile in aggiunta a IR.
Più il valore numerico è basso, maggiore è la porzione di visibile catturata nella foto.
Altri filtri
Il filtro astrofoto, infine, non è nel nostro campo specifico di interesse e lascia passare solo alcune bande luminose specifiche delle emissioni stellari.
Inoltre, ma è pura teoria perchè in pratica non avrebbe molto senso, applicando un filtro come quello di fabbrica (taglia UV/IR) si tornerebbe ad avere una fotocamera standard.
Pro e contro della modifica infrarosso
Se al posto del filtro/sensore di fabbrica mettiamo un filtro passa IR otteniamo la cosiddetta modifica infrarosso puro. Il suo principale vantaggio risiede nel non dover usare filtri aggiuntivi avvitati davanti alla lente frontale dell’obiettivo.
Almeno così dicono i sostenitori di questa modifica.
Ma è vero? Si e no.
Avete appreso poco sopra che i filtri passa IR esistono in una ampia gamma di versioni, ciascuna con una specifica lunghezza d’onda di taglio. Per cui è ovvio che quello che metteremo sul sensore al posto del filtro di fabbrica, essendo definitivo e non sostituibile, dovrà essere scelto al momento della modifica.
Dovremo quindi decidere una determinata lunghezza d’onda di taglio che diventerà la caratteristica fissa della nostra fotocamera. Da quel momento la nostra sarà una macchina fotografica infrarosso da x Nm. E non potremo modificare il taglio.
Facciamo l’ipotesi di scegliere, come fanno tanti, un taglio a 720 Nm. Se un giorno ci venisse voglia di provare un taglio più basso, tipo un 550 Nm in grado di far passare anche parte del visibile, non potremo farlo. Anche se avvitassimo un simile filtro sulla lente frontale dell’obiettivo sarebbe del tutto inutile, perchè comunque sul sensore il taglio è a 720 Nm.
Andrebbe meglio se decidessimo di fare tagli più stretti, ossia alzare la soglia magari portandola a 950 Nm, ad esempio. A quel punto un filtro con questo taglio effettivamente agirebbe in modo corretto, sovrastando l’azione di quello sostitutivo del sensore.
Ma di fatto saremo comunque costretti a usare la fotocamera come se fosse modificata full spectrum, ossia avvitando filtri sulla lente.
Questo con l’aggravante di non poter scendere sotto il taglio nativo del filtro/sensore.
Per conservare la massima flessibilità dovremo infatti mettere sul sensore un filtro con taglio molto basso, ad esempio un 550 Nm. Ma poi qualsiasi altra opzione richiederebbe comunque un ulteriore filtro avvitato sull’obiettivo. Saremo punto e a capo, come se avessimo una full spectrum.
Diciamo che il vantaggio della modifica IR puro si ha solo se poi si lavora sempre e solo con il taglio del filtro messo sul sensore. Comodo ma fortemente limitante.
Inoltre, la modifica IR puro esclude la possibilità di fare fotografia full spectrum e in luce UV.
Visione ottica e live view
Altro punto di differenza tra le due modifiche è nella visione della scena da inquadrare.
NOTA – Questo riguarda però solo le reflex, non le mirroless.
Perchè? Semplice. La modifica full spectrum prevede un vetro trasparente sul sensore e un filtro avvitato sulla lente frontale dell’obiettivo, questo tranne il caso in cui si faccia fotografia full spectrum (quindi senza filtro aggiuntivo).
Dovete sapere che alcuni filtri passa IR (come anche i passa UV) sono scurissimi, in pratica come un ND 10. Mano mano che sale la lunghezza d’onda di taglio del filtro, esso diventa più scuro. Mentre un 550 Nm è quasi trasparente, dominanza di colore a parte, un 720 Nm è quasi nero.
Questo rende impossibile vedere la scena da inquadrare in via ottica su una reflex, ossia dall’oculare. Diventa necessario usare il live view. E, con pieno sole, la cosa non è del tutto agevole.
Le mirrorless, invece, hanno sempre la visione tramite sensore, sia che si usi il display del dorso sia quello oculare. Questo fa si che il problema del filtro “scuro” non si ponga per chi ha questo genere di corpo macchina.
Se invece la reflex è modificata IR puro, il filtro si trova sul sensore e non sulla lente frontale. Quindi la visione ottica della scena inquadrata è normale, come se la fotocamera non fosse modificata. Ciò rende possibile il normale uso di una reflex, anche se poi la ripresa è infrarosso.
Ovvio però che, se poi montiamo un filtro con taglio più alto, ci troviamo della stessa situazione di “scena scura” che avevamo nel caso precedente. Quindi anche qui, il vantaggio a favore della modifica IR puro esiste solo se si tratta di una reflex e se ci accontentiamo del taglio nativo del filtro/sensore.
In tutti gli altri casi dovremo rinunciare alla visione ottica e usare il live view.
La modifica è proprio necessaria?
In teoria no. Possiamo fare fotografia infrarosso anche con una fotocamera di fabbrica, semplicemente applicando sulla lente frontale un filtro passa IR.
Il problema è che la quantità di luce infrarossa che riuscirà a passare, schiacciata tra il taglio del filtro nativo UV/IR cut sul sensore e quello passa IR sulla lente, sarà veramente minima. Per cui i tempi di ripresa saranno lunghissimi e tutto diverrà assai problematico e qualitativamente scarso.
Conclusioni: meglio modificare la fotocamera infrarosso o full spectrum
Direi che, visto tutto quello che ci siamo detti fino a ora, la risposta è abbastanza ovvia.
La modifica full spectrum è da preferire per la sua flessibilità, ma anche perche i contro sono davvero relativi.
Quella IR puro ha senso solo se si è davvero decisi a rimanere sempre e solo con quel taglio di banda, e se si ha una reflex.