Montare e sostituire gli obiettivi sulle reflex
Soprattutto i neofiti, coloro i quali dopo una entusiasmante esperienza con smartphone o compatte hanno deciso di fare il grande passo ed entare nel mondo delle reflex, dovrebbero prestare molta attenzione a queste semplici note e accortezze che riguardano il cambio dell’obiettivo.
Montare l’obiettivo sulla reflex
Gli obiettivi delle fotocamere reflex (comprendiamo in questa definizione anche mirroless e telemetro come le Leica) sono fissati al corpo macchina mediante un attacco a rotazione composto da un bocchettone (che si trova sul retro dell’obiettivo) e una flangia compatibile che si trova sulla parte frontale del corpo.
Oltre che a garantire la stabilità meccanica, questo sistema consente il collegamento funzionale tra i due elementi (corpo e obiettivo) sfruttando degli speciali contatti a scorrimento. A loro spetta il compito di trasferire al computer del corpo macchina i segnali relativi alla messa a fuoco e al diaframma che provengono dal microprocessore dell’obiettivo, e inviargli i comandi per le varie attuazioni e per l’autofocus. La combinazione corretta dei contatti si ottiene quando flangia e bocchettone sono in posizione di serraggio.
1) riferimento di posizione sulla flangia, per il corretto insermento dell’obiettivo – 2) pulsante di sblocco
Il blocco di questa posizione, e il suo stabile mantenimento anche quando con l’uso la fotocamera viene sollecitata, sono assicurati da un piccolo perno a molla che esce dalla fotocamera a va a bloccare il bocchettone. Per farlo arretrare, e quindi liberare l’obiettivo, basta premere un comodo ed evidente pulsante (2) che si trova accanto alla flangia, di solito a sinistra.
Sia la flangia del corpo macchina che la parte posteriore dell’obiettivo hanno di regola un riferimento di posizione che serve a trovare il giusto allineamento in fase di inserimento. Di solito si tratta di un puntino rosso (1) o bianco, oppure di una linea marcatrice.
Per montare un obiettivo sul corpo macchina bisogna avvicinarli e ruotare il secondo fino a far coincidere il suo riferimento di posizione (vedi la foto sotto) con quello del primo (1). A questo punto si inserisce l’obiettivo nella flangia con delicatezza, fino in fondo e poi lo si ruota fino a sentire un inconfondibile “clic” che testimonia l’avvenuto raggiungimento della corretta posizione di uso, e l’attivazione del blocco a molla.
riferimento di posizione su un obiettivo
Cambiare obiettivo su una reflex
Se desideriamo cambiare obiettivo dobbiamo impugnare saldamente la fotocamera, premere il pulsante di sblocco (2) accanto alla flangia e ruotare l’obiettivo nella direzione opposta a quella che abbiamo seguito per montarlo, senza forzare un eventuale fine corsa. Quando sentiremo una resistenza alla rotazione vorrà dire che saremo arrivati allo stop e a quel punto potremo estrarlo in avanti, liberando l’attacco.
Cambio obiettivi e rischio polvere sulle digitali
Per quanto riguarda questo problema molti fotografi rimpiangono, davvero senza esitazioni, le vecchie pellicole. Di cosa parliamo? Di un problema che a molti sfugge e viene ignorato da tanti, ma che poi si presenta inesorabile sulle nostre foto sotto forma di puntini neri di origine misteriosa. Mistero ma non troppo: è la polvere che si è depositata sul sensore nel corso del tempo, e buona parte di essa è entrata dalla flangia.
A molti sfugge un fatto: ogni volta che cambiamo obiettivo su una reflex in realtà apriamo il vano che ospita otturatore e sensore al mondo esterno che, anche se non ce ne accorgiamo, è pieno di polvere. Non la vediamo a occhio nudo mentre svolazza nell’aria, ma c’è.
L’equazione è matematica: più cambi uguale più polvere. E più polvere vuol dire aumentare il rischio di vedere comparire sulle nostre foto nugoli di puntini neri. Se da un lato è vero che le fotocamere di nuova generazione, dalla EOS 5d mark II Canon e omologa Nikon in poi hanno adottato dei sistemi multifunzionali per ridurre (ridurre, si badi bene, e non eliminare) il rischio di vedere polvere depositarsi sul sensore, è anche vero che il problema non è stato affatto risolto.
Ecco quindi che molti professionisti preferiscono usare la formula one body – one lens, ossia avere i principali obiettivi, quelli usati più spesso, sempre montati sullo stesso corpo macchina. Questo ovviamente significa portare con se un gran peso, spendere un sacco di soli in più e avere problemi logistici aggiuntivi. Altri ignorano il problema e ricorrono spesso ai centri specializzati per la pulizia del sensore, ma anche queste sono spese.
Se per i professionisti questi sono costi gestibili nell’ambito di una attività imprenditoriale, per il fotoamatore diventano una spesa rilevante e da evitare nei limiti del possibile. Scartando in genera l’idea di avere più corpi macchina con la formula one body – one lens, e accettando di effettuare spesso dei cambi di obiettivo, ci sono alcune precauzioni che si possono adottare per ridurre il rischio polvere. Beninteso, resta il fatto che il cambio vi espone comunque a questo problema, con o senza precauzioni, quindi meno sostituzioni si fanno e meglio è.
Consigli per ridurre il rischio polvere
Ecco quindi alcune piccole regole per cercare almeno di ridurre il rischio polvere:
Cambiare in luoghi puliti
Quando dovete sostituire l’obiettivo fatelo in un luogo pulito, evitando stanze polverose, tavoli con stoffe e tovaglie, poltrone e divani, ambienti di lavoro ad alto grado di inquinamento da polveri. Inutile dire che la spiaggia, il deserto, terreni polverosi e simili sono da evitare come la peste.
Niente vento
Non effettuate la sostituzione in presenza di forte vento, soprattutto se siete in un ambiente polveroso o ricco di pollini.
Faccia in giù
Non quella del fotografo, ovviamente, ma quella della fotocamera. Il cambio obiettivo andrebbe fatto tenendo sempre la flangia verso il basso, ma allo stesso tempo distante da terra e da qualsiasi altra superficie.
Giusta sequenza
La sequenza ideale per questa operazione sarebbe:
- scegliere un tavolo pulito in una stanza priva di correnti d’aria (e ovviamente pulita)
- poggiare il nuovo obiettivo con il bocchettone verso l’alto e il tappo montato
- poggiare la fotocamera con l’obiettivo verso il basso
- togliere il tappo dall‘obiettivo da montare e soffiare leggermente sul bocchettone
- premere il pulsante di blocco sulla flangia del corpo macchina e ruotarlo per liberare l’obiettivo
- sollevare il corpo con una mano (lasciando quindi “in piedi” sul tavolo l’obiettivo che vi era montato) e con l’altra mano afferrare il nuovo
- inserire rapidamente, tenendo il copro macchina a flangia in basso, il nuovo obiettivo e ruotarlo fino al blocco
- soffiare leggermente sul bocchettone del “vecchio” obiettivo e chiuderlo con l’apposito tappo, assicurandovi che non abbia raccolto in qualche modo polvere
Sembra lunga e macchinosa, ma una volta presa la mano risulterà una procedura rapidissima e facile, ma soprattutto terrà la polvere più lontana dal vostro sensore.
Cambio obiettivo e rischio danni
Punti di debolezza sul bochettone soggetti a rischio danneggiamento in caso di errata manovra: 3) contatti striscianti – 4) leva chiusura diaframma manuale – 5 ) dentini dei bordi
Perché, oltre alla questione della polvere, raccomandiamo grande cura e attenzione alla fase del cambio di obiettivo? Perché una manovra maldestra può provocare dei danni, anche gravi, a flangia e bocchettone.
Un’azione troppo rapida potrebbe danneggiare infatti i contatti a scorrimento (3), oppure i micro meccanismi presenti su alcuni modelli più vecchi e che servono a gestire l’autofocus, oppure la levetta che serve a permettere la chiusura manuale del diaframma (4).
Una errata rotazione, in fase di aggancio o estrazione, può portare le guide della flangia o del bocchettone (5) a incastrarsi e venire pericolosamente forzate, fino addirittura a piegarsi negli angoli.
Anche una introduzione del bocchettone nella flangia compiuta tenendo questi due elementi leggermente angolati e non del tutto planari può portare agli stessi dannosi risultati di cui sopra.
Eventuali capelli o fili che dovessero restare prigionieri nella flangia risulterebbero visibili come ombre nelle vostre foto, rovinandole tutte fino a che non riusciste a realizzare la loro presenza e rimuoverli.
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