obiettivi fotografici

Gli obiettivi fotografici

Le fotocamere con l’obiettivo fisso, ossia che fa tutt’uno con il corpo, sono dette “compatte”; quelle che hanno la possibilità di cambiarlo prendono il nome generico di reflex, anche se questa parola deriva da altra loro caratteristica e non dal fatto di poter cambiare obiettivo.

obiettivo su compatta e reflex
A sinistra una compatta con obiettivo fisso, a destra una reflex con obiettivo intercambiabile

Macchine fotografiche e obiettivi

Vediamo ora brevemente i tipi di macchina fotografica e la loro relazione con l’obiettivo:

  • Cellulari e smartphone
    Non hanno un vero e proprio obiettivo, ma una o al massimo un paio di lenti accoppiate che ne svolgono la funzione.
  • Compatte
    Hanno un vero e proprio obiettivo ma esso è meccanicamente fuso con il corpo macchina, e non vi è modo di cambiarlo. Possono avere un obiettivo a focale fissa o uno zoom, anche se quest’ultimo è in assoluto il più diffuso.
  • Reflex 35 mm
    Sono le digitali derivate dall’evoluzione delle tradizionali fotocamere a pellicola con formato del fotogramma 24*36 mm, quelle universalmente più diffuse fino a una decina di anni fa, ossia prima dell’avvento del digitale. L’obiettivo è connesso al corpo macchina tramite un bocchettone a rotazione ed è quindi possibile montare qualsiasi tipo di obiettivo, a patto che abbia quello standard di attacco. Sono incluse in questa categoria anche le cosiddette “telemetro”, come le Leica, che non sono delle reflex.
  • Grande formato
    Si tratta, anche in questo caso, delle evoluzioni digitali di macchine a pellicola, per la precisione delle tradizionali reflex “grande formato”, nome che deriva loro dal fatto di adottare (in origine) una pellicola con formato superiore alla banda 35mm, ossia al 24*36mm: avevamo il 4.5*6, il 6*6, il 6*7 e il 6*9, sempre con valori espressi in cm. Come per le 35mm, anche queste fotocamere possono montare obiettivi diversi a patto che abbiano lo stesso tipo di attacco.
  • Banco ottico
    Uno strumento assai in voga nel mondo professionale fino a qualche anno fa e oggi in netto ridimensionamento, in termini di uso e diffusione. Utilizzava pellicole in lastra (a foglio singolo: una lastra, una foto) e non in rotolo (rullino) come le altre. Comunque, anche in questo caso l’obiettivo è svincolato dal “corpo macchina” e può essere sostituito a piacimento a seconda delle esigenze; la differenza sta nel fatto che non viene agganciato mediante un bocchettone a rotazione, ma si trova avvitato su una piastra ed è questa che viene sostituita.

A cosa serve l’obiettivo della fotocamera

Una delle domande più ovvie e banali, parlando di obiettivi, è quella che riguarda la sua funzione: a che serve?

Semplicemente a convogliare sul sensore (prima sulla pellicola) la luce della scena che si trova dinnanzi a noi e che vogliamo immortalare. Non entro nei dettagli delle leggi dell’ottica che ne regola il funzionamento perché sarebbe esagerato e fuorviante rispetto agli scopi di questo corso di fotografia, e rimando a pagine specifiche gli appassionati che vogliono approfondire.

L’obiettivo permette quindi di “raccogliere” la luce che proviene dalla scena che vogliamo riprendere e convogliarla, mettendola a fuoco, esattamente sul sensore. Per fare questo sfrutta le leggi dell’ottica e si serve di un complesso meccanismo composto da lenti ed elementi meccanici mobili contenuti in un tubo e che formano appunto fisicamente l’obiettivo.

Senza obiettivo il sensore vedrebbe solo una macchia indistinta di luce.

Inoltre, le specifiche caratteristiche dell’obiettivo permettono di vedere una porzione più o meno ampia della scena che si trova davanti a noi, operando un vero e proprio “ritaglio” della realtà esattamente come facciamo con la funzione crop/ritaglia di photoshop. Il parametro che entra in gioco in questo caso è la lunghezza focale dell’obiettivo.

Infine, l’obiettivo contiene un elemento meccanico chiamato diaframma che serve a ridurre la quantità di luce che passa attraverso il complesso di lenti, ossia la quantità di luce che dalla scena fotografata raggiunge il sensore. Il perché si voglia ridurla è legato alla profondità di campo dell’obiettivo.

Classificazione degli obiettivi

Abbiamo detto che le compatte e i cellulari/smartphone non hanno la possibilità di cambiare obiettivo, per cui ci concentreremo ora sulle reflex, in particolare 35mm e simili, per capire come si rapportano i corpi macchina con gli obiettivi.

Esistono due parametri che classificano e suddividono gli obiettivi: lunghezza focale e attacco. Non parliamo di “marca” ma di attacco perché quello che conta è la compatibilità fisica (ed elettronica) degli obiettivi con i corpi macchina.

Lunghezza focale

La prima classificazione riguarda tutti gli obiettivi, indipendentemente dall’attacco (e dal produttore), e si basa sulla loro lunghezza focale, ossia – per essere semplici – l’ampiezza della porzione di realtà che possono riprendere.

Questo valore è espresso convenzionalmente in millimetri: avremo quindi il 20mm, il 300mm, il 50mm e così via. In questa sede l’importante è capire che un 20mm Nikon permette di inquadrare la stessa area (porzione di realtà) di un 20mm Canon, Sigma, etc.

Una nota importante che voglio sottolineare è che la relazione tra lunghezza focale di un obiettivo e ampiezza dell’area inquadrata è sempre legata alla dimensione del sensore della macchina su cui è montato; questo si evidenzia in maniera nettissima e rilevante quando usiamo obiettivi per le classiche 35mm su fotocamere digitali con sensore – ad esempio – APS.

Quindi, tornando all’esempio del paragrafo precedente, il 20mm Nikon inquadra la stessa porzione di realtà di un 20mm Canon ma a patto che entrambi siano montati su macchine con il sensore delle stesse dimensioni. Se uno lo monto su un corpo full-format (sensore misura 24*36 mm) e uno lo monto su un corpo con sensore APS, ovviamente pur essendo entrambi dei 20mm vedranno scene diverse.

Per la precisione: quello sulla full-format vedrà una scena più ampia di quello sulla APS.

obiettivi fotografici

Attacco e marca

La seconda suddivisione degli obiettivi è per tipo di “attacco”, detto anche flangia. Più che per marca si ragiona per “attacco” perché è questa la caratteristica fisica e meccanica che ne consente o meno l’uso su un certo corpo. Esistono infatti obiettivi prodotti dalla medesima azienda che realizza i corpi macchina, quindi Canon, Nikon, Minolta, Pentax, etc. solo per restare nel mondo delle 35mm e APS, ma anche le produzioni di marchi definiti “universali”, come Sigma, Tamron, Tokina, per citare le più note e di qualità. Essi realizzano varie focali e ne prevedono la commercializzazione con l’attacco per i principali standard: avremo quindi il 20mm Sigma attacco Canon, attacco Nikon, e così via per le altre focali.

Purtroppo una volta acquistato un “universale” con attacco specifico non è generalmente possibile cambiarlo per utilizzarlo su corpo macchina di altro produttore.

Da un punto di vista commerciale gli universali, soprattutto se di marca come ad esempio i Sigma, rappresentano delle ottime alternative agli obiettivi della casa madre, detti “originali”. Hanno infatti prezzi più bassi e spesso caratteristiche non troppo inferiori, quando non pari. Per contro sono meno commercializzabili, nel senso che perdono maggiormente valore (in proporzione) rispetto ai “griffati”.

attacco e flangia obiettivo
Da sinistra la flangia di attacco su un corpo macchina e il bocchettone relativo sull’obiettivo. 

Zoom o focale fissa

In realtà, oltre ai due parametri appena visti, esiste anche una ulteriore specifica caratteristica che permette di classificare gli obiettivi ed è il fatto che possano o meno modificare la loro lunghezza focale. Si dividono infatti tra quelli a “focale fissa” e gli zoom, ossia con “focale variabile”. Le differenze ma soprattutto i pro e contro sono ampiamente esaminati in una specifica lezione del nostro corso di fotografia on line su “Zoom, pro e contro”.

Montare e sostituire gli obiettivi sulle reflex

Il montaggio e la sostituzione degli obiettivi sulle reflex sono operazioni facilissime. Basta inserirlo e ruotalo fino al blocco; per toglierlo è sufficiente premere il pulsante di sblocco (si vede nella foto di sinistra, sul corpo macchina, a destra della flangia) e ruotare il senso opposto a quello del fissaggio.


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