Un tutorial specifico per capire con precisione quali sono i parametri di scatto per la Via Lattea che permettono di avere risultati migliori.
Questo anche in relazione alle condizioni ambientali e di ripresa in cui ci si trova.
Vi segnaliamo anche che questo tutorial è un approfondimento tematico della guida generale sul come fotografarla.
I parametri di scatto per la Via Lattea
Se è vero, come vedremo tra poco, che esistono dei parametri di scatto di riferimento, ossia da usare come base, è anche vero che sono appunto indicativi.
Va prima capito perchè si scelgono e perchè si possono variare, ma anche cosa provocano queste variazioni rispetto alle condizioni di ripresa e al risultato finale.
Dopo, forti di queste conoscenze che quasi nessun tutorial vi da, potrete essere lberi di decidere da soli quali parametri di scatto usare per fotografare la Via Lattea.
Vediamo ora i singoli parametri di scatto, i lavori suggeriti e gli effetti.
Diaframma per fotografare la Via Lattea
L’ideale è la massima apertura, ma questo ovviamente deve essere compatibile con la capacità dell’ottica che usate di avere buone prestazioni a tutta apertura.
Se la distorsione ai bordi o la nitidezza sono critiche e al di sotto dello standard medio accettabile, e siete costretti a chiudere di uno stop il diaframma per avere una resa discreta, direi che quella lente non è adatta a fotografare la Via Lattea.
Qui entra anche in gioco la luminosità dell’ottica, che deve essere almeno una f 2.8 (a tutta apertura). Una che apre solo fino a f 4, sarà destinata a soffrire e farvi soffrire.
Quelle che vanno al di sotto di f 2.8, come ad esempio le ottiche superluminose f 1,4, sono utili, ma non strettamente necessarie, a meno che non vogliate fare riprese speciali di cui parleremo più avanti.
Quindi, se avete una ottica che a tutta apertura arriva a f 2.8, siete pronti per scattare.
Tempo di scatto per fotografare la Via Lattea
Tutti sappiamo che per avere più luce, a parità di diaframma (o arrivati alla massima apertura possibile) possiamo usare tempi più lenti.
Ma anche qui la Via Lattea pone dei limiti: le stelle infatti si “muovono” nel cielo, e non sono ferme come le montagne.
In realtà, come spiegato nel tutorial teorico, è la terra a ruotare sul suo asse generando l’effetto ottico del “movimento” delle stelle nel cielo.
Ma per noi comunque è un movimento. Questo fa si che un tempo lungo porti le stelle a disegnare dei trattini, invece che restare dei punti, con un effetto visivo sulla foto molto sgradevole. Il problema si accentua inoltre ai bordi degli obiettivi super grandangolari.
Ci sono varie regolette empiriche sul calcolo del tempo massimo utilizzabile in relazione alla focale.
Regola del tempo di scatto per le stelle ferme
La regoletta di cui parliamo dice semplicemente che il tempo massimo di scatto è uguale a 600/focale.
Ma poi entra in gioco la focale relativa, ossia quella ottica che dipende dal rapporto tra sensore e focale della lente. Per semplificare diciamo che si usa questa tabella, in cui è indicato il valore da dividere per la lunghezza focale della lente, quella scritta sull’obietto per capirci:
- FullFrame – 600/focale
- APS Nikon – 400/focale
- APS Canon – 375/focale
- Micro 4/3 – 300/focale
Con questa non dovete fare strani calcoli per convertire la focale ottica della lente in quella reale.
Ma considerate sempre che il massimo tempo che potrete usare è 15 sec. Arrivare a 20 sec. è già un rischio, anche su grandangolari molto ampi.
Naturalmente anche 15 secondi è accettabile solo sui supergrandangolari, diciamo fino al 16mm.
Man mano che la focale aumenta il tempo deve però essere più rapido per evitare che i puntini diventino scie. Con un 200mm anche 6 secondi sono troppi.
Test del tempo massimo di scatto
Comunque sia, regole o meno, fate sempre una prova con quella specifica lente/focale per essere certi che con il tempo massimo che userete le stelle siano effettivamente ferme.
Il test è semplice. Basta scattare una foto al cielo notturno, dove ci siano almeno un po’ di stelle visibili. Poi verificate, ingrandendo lo scatto al 100%, che la stella al centro sia effettivamente un puntino, e non sia divenatta un trattino.
Dopo aver verificato al centro, andate sui quattro angoli. Se qui trovate che le stelle sono ancora dei puntini, siete a cavallo.
Se invece sono diventate dei trattini, allora dovete verificarne l’orientamento.
Se sono tutte dirette verso il rispettivo angolo, si tratta di deformazione dovuta alla lente: il tempo è ok. Se sono tutte orientate nella stessa direzione, questo indica che si tratta di tempo ancora troppo lungo.
ISO per fotografare la Via Lattea
Gli ISO a questo punto diventano la nostra ancora di salvezza per gestire in modo accettabile la pochissima luce delle stelle. Diciamo subito che 6400 ISO è il nostro valore di riferimento.
Non che 3200 o addirittura 1600 rendano cieca la nostra fotocamera, ma sicuramente perderemo le stelle più piccole e in parte la “nebbia”.
Personalmente ho sperimentato con successo anche scatti a 12.800 ISO e persino a 25mila ISO, ma ovviamente serve poi una tecnica di post produzione molto raffinata ed elaborata per abbattere il rumore.
Riassumendo possiamo fissare uno standard di parametri con cui iniziare la nostra esperienza di fotografia della Via Lattea:
- ISO 6400
- F 2.8
- 15 secondi
Sempre considerando uno scatto con una lente di focale da 16mm in giù.