Jill Enfield: l’arte della fotografia alternativa
Tra gli artisti di fama internazionale che concepiscono la fotografia come vero e proprio processo creativo e non convenzionale c’è Jill Enfield, una fotografa americana esperta non solo delle più tradizionali tecniche di funzionamento della macchina fotografica, ma anche artista poliedrica che si avvale di diverse modalità di lavorazione fotografica.
La più suggestiva di queste è l’hand coloring, una particolare tecnica che consiste nell’aggiungere tocchi di colore alle fotografie in bianco e nero utilizzando gessetti colorati, vernici e matite di vario genere.
Una tecnica dal fascino antico
Il segreto dell’artista è un’indole prettamente creativa, un connubio perfetto tra competenze fotografiche ed estro artistico. Appassionata di fotografia da sempre, la sua svolta lavorativa avviene a New York, dopo l’incontro con Ben Fernandez, a capo del dipartimento di una prestigiosa scuola di fotografia, che le offre una cattedra per insegnare agli studenti tutte le tecniche e i processi alternativi sui quali si basano i suoi lavori.
Da qui, Jill Enfield inizia una lunga collaborazione internazionale in vari paesi d’Europa, Sud America e Africa, fatta di laboratori e stage professionali. Le sue tecniche di lavoro si basano soprattutto sull’utilizzo di negativi digitali, di cianotipi, antichi metodi di stampa caratterizzati dal tipico colore blu, di gomma bicromata, emulsione liquida e di collodio umido.
La sua arte l’ha resa così celebre grazie a una concezione del lavoro fotografico a 360 gradi, un lungo processo che non si limita all’utilizzo della macchina fotografica ma arricchisce lo scatto e le lavorazioni di post produzione con tecniche precise, alle volte più lontane da noi rispetto ai più conosciuti procedimenti moderni in digitale.
Una mostra fotografica sugli immigrati d’America
Con tecnica a collodio umido, in particolare, si indica uno speciale procedimento mediante il quale si usa il collodio, un composto di nitrocellulosa impiegato nelle tecniche di sviluppo fotografico sin dalle origini, come legante per le emulsioni fotosensibili.
Questo speciale procedimento rende le foto antiche e molto più vicine alle tecniche di sviluppo messe in atto quando la fotografia muoveva i suoi primi passi ed è con questo spirito che Jill Enfield ha scelto di realizzare una mostra fotografica, che avrà come protagonisti gli immigrati d’America, con i loro volti e le loro storie da raccontare attraverso il susseguirsi delle immagini.
La mostra sarà esposta ad Ellis Island, visibile per chiunque voglia scoprire l’arte di questa fotografa, e i ritratti fotografici saranno realizzati mediante l’uso di una camera oscura itinerante, realizzata per Jill Enfield da Wayne Pierce. La camera oscura, portatile e facile da trasportare, ha consentito alla fotografa di iniziare un lungo percorso in vari posti nel cuore di Manhattan per cercare i volti di vari immigrati, immortalati a seconda dell’ispirazione dell’artista nei ritratti fotografici che daranno poi vita alla mostra.
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