Antonio Perrone “Torkio”: fotografo autodidatta per passione

Per scattare fotografie originali, dall’animo suggestivo e in grado di catturare l’attenzione di chi le guarda, non sempre è necessario avere alle spalle un percorso accademico, fatto di scuole di specializzazione, workshop e corsi fotografici. Ne è la prova la storia di Antonio Torkio, fotografo noto soprattutto a chi naviga sul web tra community e piattaforme dedicate al mondo fotografico; il suo è un percorso autonomo e autodidatta, che gli è valso anche pubblicazioni importanti, fatto di scatti fotografici caratterizzati da una grandissima carica emotiva.

Intervista alla fotografa Mel

"Avendo abbandonato la fotografia per tutta l’adolescenza, credo la tappa più significativa sia stata qualche anno fa: quando mi sono ritrovata con la mia prima reflex in mano, comprata mettendo da parte lo stipendio. E riavvicinandomi da zero alla macchina fotografica e alla fotografia."

Intervista alla fotografa Giulia Venanzi

Il progetto Déjà View nasce dalla visione soggettiva del luogo: Roma, New York e Monaco vengono rimodellate dal sentire del fotografo e dall’immaginazione dello spettatore e assumono tratti inediti nella loro quotidianità. Le prospettive e le proporzioni tra i piani si confondono, la razionalità è abbandonata in favore della costruzione di un mondo personale. Il fine è il raggiungimento di una sur-realtà, in cui convivano sogno e veglia: un non luogo, in cui volumi architettonici e spazi tangibili si carichino di significati nuovi e onirici, per tradire definitivamente la concezione della foto come una testimonianza del reale.

Intervista alla fotografa Chiara Gandolfi

"Amo figure diverse per motivi diversi. In ognuno, che faccia reportage, moda o ritratto, trovo qualcosa di affascinante. Mi piacciono gli innovatori, di ogni epoca. La lista dei miei preferiti spazia da Cartier Bresson a Recuenco, da Diane Arbus alla Leibovitz fino ai grandi del National Geographic."

Intervista al fotografo Gaetano Cartone

"Il primo approccio fu in un’età non così matura per poter apprezzare appieno il mezzo fotografico che mi ritrovai tra le mani. Tuttavia cominciai a sperimentare (in maniera tutt’altro che positiva) diverse pellicole e a “giocare” con i diaframmi rapportati ai tempi auto (di quella OLYMPUS). Crescendo sono passato dal “giocare” al “previsualizzare e riprodurre”. Man mano capii che il mezzo fotografico, seppur molto limitato, offriva tantissime possibilità dal punto di vista comunicativo ed artistico. Ragionai dunque come comunicazione personale espressa attraverso un “mio punto di vista”, cosa che riusciva a trascendere la comunicazione orale o comunque più didascalica."